Atteso appuntamento del cartellone di “Arte a 6 corde”, il Festival chitarristico Internazionale diretto da Andrea Candeli giunto alla sua quinta edizione: questa sera suonerà a Sestola, in piazza della Vittoria a partire dalle ore 21, un maestro della chitarra, Maurizio Solieri.
Nato a Concordia, in provincia di Modena, nel 1953, inizia a suonare la chitarra all’età di undici anni: “Avevo una spiccata passione per le attività artistiche, così mia mamma mi regalò una chitarra, una eko da ottomila lire, e iniziai a prendere le prime lezioni di teoria dal maestro della banda. Lui suonava il clarinetto, quindi dopo un anno sapevo molte più cose io sulla chitarra di quante me ne potesse insegnare lui… per cui smisi di andare a lezione”.
Continua quindi a suonare la chitarra da autodidatta, influenzato inizialmente da gruppi come Shadows, Beatles, Rolling Stones e Yarbirds “Ricordo una canzone che mi mise veramente al tappeto: era “Mr. Tambourine man” suonata dai Byrds, con la magica dodici corde Rickembacker (la stessa che ho usato anni più tardi nel famoso riff di “Bollicine”) di Roger Mc Guinn”.
Poi è seguito il periodo blues con Clapton, Beck, Hendrix, Page, Winter… insomma con tutti i veri capiscuola. Verso gli anni ’70 ho sentito l’esigenza di una maggiore crescita musicale e, nonostante odiassi quel genere, ho cominciato a interessarmi al jazz, per imparare nuove scale, per conoscere nuovi territori; ovviamente la mia attenzione, come quella di tutti in quel periodo, è stata catturata dai gruppi che suonavano jazz-rock: la Mahavishnu Orchestra di Mc Laughlin e i Return To Forever di Corea”.
E’ nel ’76 che, durante una licenza militare, avviene l’incontro con Vasco Rossi: “Ci incontrammo alla stazione di Modena. Lui era insieme a Sergio e Silvestri e un altro ragazzo (probabilmente Bellei), erano i tre cantautori della radio e andavano a Milano per un provino. Io ero stato chiamato da Sergio per andare con loro. Vasco era molto diverso da com’è oggi: aveva i capelli cortissimi, giubbo militaresco, felpina, jeans scampanati e chitarra acustica Ovation. Gli chiesi se me la faceva provare e rimase subito molto impressionato dal mio modo di suonare la chitarra”.
Terminato il servizio di leva Maurizio inizia a fare il disc-jockey a Punto Radio, assieme a Vasco e Riva, conducendo un programma di informazione musicale.
La prima incisione in sala arriva nel ’78: “Ho suonato la chitarra acustica nel primo disco di Vasco, in un pezzo che si chiamava “Ed Il Tempo Crea Eroi”. Sono arrivato in sala, hanno mandato la base e io ho improvvisato… insomma… buona la prima. Nel secondo disco invece ho fatto tutto io: acustica, elettrica, pulita, distorta, slide, accompagnamento, assoli… tutto!”.
In quel periodo inizia a lavorare come turnista allo Stone Castle di Carimate, prendendo parte ad alcune registrazioni, ma la sua dimensione ideale resta assieme a Vasco. Collabora attivamente alla composizione e all’arrangiamento di moltissimi pezzi del Blasco, firmando in prima persona capolavori come Canzone, Dormi Dormi, Ridere Di Te, C’è Chi Dice No, Stasera, Lo Show, Se è Vero o No e Vuoi Star Ferma e partecipa a tutti i suoi tour fino al 1987. Contemporaneamente porta avanti il progetto Steve Rogers Band prendendosi non poche soddisfazioni personali vincendo per diversi anni il Reader’s Poll come migliore chitarrista italiano.
Nel ’90 partecipa al disco di Alberto Fortis “La Carta Del Cielo” e, successivamente, al disco di Clara And The Black Cars. Nel ’91 lascia la band e torna con Vasco per il tour europeo,
partecipando nel ’93 alla tournè de “Gli Spari sopra”, nel ’96 alle due date di “Rock Sotto l’Assedio” e nel ’99 al “Rewind tour”.
Inizia a coltivare parallelamente svariati progetti solisti: “Chitarre d’Italia” con Francone Mussida e Dodi Battaglia, “Proce & Solieri” assieme al dj Fernando Proce e infine i “Class”, con gli amici di sempre della Steve Rogers Band e Vic Johnson alla voce. Esce nel ’99 anche un video didattico “Da Hendrix a Vasco – guitar solos” e sul finire dello stesso anno un volume con le partiture di 5 pezzi dei Class e cd-rom.
Attualmente partecipa, insieme ai più noti chitarristi italiani, allo spettacolo “La notte delle chitarre” di cui è prevista a breve l’uscita di un album.
“Arte a 6 corde” è il Festival Chitarristico Internazionale diretto dal maestro Andrea Candeli che giunge quest’anno alla sua quinta edizione, rivelando una dimensione di grande partecipazione e successo, confermata dalla brillante riuscita delle precedenti esperienze. Il Festival infatti ha saputo interessare e coinvolgere un ampio pubblico di chitarristi e di semplici appassionati, attraverso una nuova chiave di lettura del mondo delle sei corde che costituisce la premessa e l’elemento caratterizzante di questa iniziativa. Anche questa quinta edizione si contraddistingue per la programmazione vivace e accattivante, con concerti tenuti da riconosciuti e stimati artisti, conferenze, master class. Uno spazio particolare è riservato ai giovani chitarristi, attraverso stages di perfezionamento e, soprattutto, offrendo loro la possibilità di esibirsi in concerto.
Ancora una volta la splendida cornice dell’Appennino modenese offre il contesto privilegiato per questa iniziativa, nel costante impegno a valorizzare una terra da sempre ospitale, ricca di storia e di cultura, in cui musica e arte si incontrano naturalmente.