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Pighi valuta il decreto ministeriale che attribuisce nuovi poteri ai sindaci

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“L’attribuzione ai Sindaci della facoltà di emettere ordinanze in relazione ai temi della incolumità pubblica e della sicurezza urbana è sicuramente un fatto positivo, ma non si tratta di “superpoteri”, bensì della necessaria e doverosa definizione di ambiti e spazi di intervento”, così il Sindaco di Modena, Giorgio Pighi, in merito alle nuove disposizioni contenute nel decreto illustrato ieri dal Ministro Maroni.


Pighi, che è presidente del Forum italiano per la sicurezza urbana, prosegue rilevando “che il Ministro ha accolto, nella sostanza, le indicazioni dei Sindaci rispetto alla necessità di disporre di uno strumento che consenta di affrontare la situazioni specifiche di ogni realtà. Il punto è proprio questo -dice Pighi- ed è bene chiarirlo con precisione: i Sindaci non vieteranno lo spaccio o la truffa o il furto, questi sono reati già ampiamente trattati dall’ordinamento e di competenza specifica delle forze dell’ordine e della magistratura, potranno però agire su alcuni aspetti peculiari del loro territorio per tentare di arginare i fenomeni direttamente o indirettamente legati ai reati stessi.
“Per spiegare ancor meglio: lo sgombero e l’abbattimento di un edificio degradato che può offrire rifugio a spacciatori o altri malintenzionati; sanzioni ai clienti della prostituzione, non più solo per intralcio alla viabilità ma anche in relazione al degrado urbano; azioni più mirate contro l’abusivismo nel commercio. Insomma – prosegue il Sindaco di Modena – le ordinanze non potranno andare oltre il contesto specifico, sia sul piano dei contenuti che dei luoghi di intervento, piuttosto che delle modalità di attuazione. Quindi massima concretezza e grande attenzione ad evitare la costituzione di norme astratte in un ambito molto delicato. Più che ad ordinanze creative (ma il ministro forse voleva riferirsi alla molteplicità dei problemi che i Sindaci debbono affrontare ogni giorno), bisogna puntare a provvedimenti equilibrati, applicabili ed efficaci”.
“Sul piano generale – dice ancora Pighi – credo sia necessario il massimo confronto ed il massimo coordinamento tra le città, specie in questa prima fase di applicazione della nuova norma. Pur limitando l’azione a condizioni specifiche, infatti, un’ordinanza di un certo tipo a Modena città avrebbe poco valore se lo stesso comportamento venisse consentito in un centro vicino o, al contrario, si corre il rischio di scaricare su altre realtà il problema che viene eliminato nel contesto cittadino. A Modena promuoveremo incontri coi Sindaci dei centri maggiori, ma lo stesso si deve fare nella dimensione regionale e per territori contigui. Anche il Forum italiano per la sicurezza urbana se ne occuperà al più presto.
Sul piano più strettamente locale, invece, le ordinanze già in essere (multe ai clienti delle prostituzione e divieto di accattonaggio nei presi di luoghi di cura) andranno riviste alla luce delle norme previste nel decreto, mentre per quanto riguarda nuove ordinanze, credo che presto ci muoveremo in due direzioni: a meglio definire i comportamenti in luoghi particolarmente sensibili della città, a partire dal sito Unesco che comprende Duomo e Piazza Grande, ed a verificare l’applicabilità delle nuove facoltà del Sindaco rispetto al complesso problema del sovraffollamento e dell’affitto e subaffitto degli immobili, allo scopo di prevenire il fenomeno della clandestinità, ma anche e soprattutto dello sfruttamento degli immigrati regolari.
Infine – conclude Pighi – il potere di ordinanza è un fatto positivo, ma sarebbe quasi inservibile in una situazione di tagli ai capitoli di spesa delle forze dell’ordine e della magistratura: sarà anche un’ovvietà, ma i divieti non servono a nulla se non c’è poi chi li fa rispettare”.