“Dopo aver visionato il progetto – dichiara Massimo Becchi presidente di Legambiente Reggio Emilia – appare congrua la scelta di riordinare botanicamente il giardino dietro il municipio. Purtroppo negli anni, grazie ad una buona dose di ignoranza, si sono spesso messe a dimora delle piante che poi non si sono dimostrate adatte al clima, al terreno o che arrecano problemi, seguendo la logica più delle mode del momento, che non reali valutazioni botaniche ed agronomiche”.
“Il risultato è che oggi in molto aree verdi anche pubbliche le sempreverdi abbodano, come le conifere, tipiche di climi più freddi o piante che importante da altri continuenti poi si propagano eccessivamente e non hanno un ciclo di vita lungo. E’ il caso degli aceri negundi di Campegine (aceri americani) che se non controllati si propagano attraverso i semi ovunque, hanno un legno tenero che spesso si caria e porta a degli schianti e attirano molti insetti, con i conseguenti problemi fitosanitari. Situazione diversa è per i cedri atlantici, che una volta superata l’età giovanile iniziano ad impalcarsi in orizzontale, necessitando di spazi enormi: capita spesso di vederli poi potati a cipresso od iin modo anomalo quando la gente si accorge di questo fatto, per cercare di contenerne la chioma. Anche le altre essenze interessate dall’intervento di riordino figurano in stato fitosanitario e fisiologico mediocre. Un caso a parte sono le siepi, che comunque vanno reintegrate, vista anche l’importanza che possono avere, se in un contesto idoneo, per l’ecosistema”.
“Di fronte ad una relazione – conclude Becchi – del marzo 2007 (di un anno e mezzo fa quindi) completa da questo punto di vista ci pare che i cittadini, che giustamente devono vigilare sul territorio, debbano anche prima informarsi. In questo senso anche il Comune avrebbe, visto il cambio di giunta che c’è stato pochi mesi fa, dovuto comunque presentare il progetto alla cittadinanza, senza contare che, come molti comuni reggiani, anche Campegine non ha un regolamento comunale del verde, strumento fondamentale per evitare il caos botanico che si riscontra anche nelle proprietà private”.