I parassiti presenti sui platani di via Adua non sono nocivi, né letali per la pianta, né possono essere causa di deperimento degli alberi. Come rilevato da una perizia del Consorzio fitosanitario provinciale, gli attacchi parassitari e patologici a queste piante non sono da ritenersi di proporzioni preoccupanti, nonostante i loro effetti siano fastidiosi e molto visibili. Gli infestanti producono infatti secrezioni – una polvere biancastra e un liquido zuccherino – che imbrattano le aree sottostanti, sporcando gli arredi urbani e le auto in sosta.
A riguardo, “è bene evitare l’uso di insetticidi in ambiente urbano – dice l’assessore all’Ambiente del Comune di Reggio, Pinuccia Montanari – per questo il Comune sta già provvedendo a interventi con uso di prodotti biologici così da non mettere a rischio la salute dei cittadini e dei frequentatori dell’area come potrebbe avvenire nel caso di intensivo utilizzo di insetticidi”.
Nell’area ha realizzato un controllo anche la presidente della Circoscrizione sette, Roberta Pavarini, che ha rilevato che la situazione non presenta rischi e pertanto non deve destare preoccupazione.
Di seguito riportiamo la relazione del Consorzio fitosanitario provinciale di Reggio Emilia in merito agli alberi di via Adua:
“Le piante sono oggetto di attacchi parassitari e patologici tipici per esemplari simili in simili contesti ed in particolare è possibile rilevare:
– Un massiccio attacco di Metcalfa pruinosa un rincote Flatide tipicamente presente nei nostri territori da qualche anno e che è in grado di infestare moltissime piante. Il parassita, presente in questo momento sia con le forme giovanili (piccoli insetti biancastri ricoperti di cera) sia con le forme adulte (le caratteristiche “farfalline dalle ali a tetto”), non causa alla pianta particolari stati di deperimento, ma produce fastidiosi effetti sulla popolazione in quanto si caratterizza per la produzione di abbondanti secrezioni cerose (la polverina biancastra attaccata a foglie e rametti) e di melata (un liquido zuccherino che imbratta le foglie e gli arredi sottostanti). La lotta a questo insetto è sempre alquanto difficile, soprattutto perché la sua spiccata polifagia indurrebbe a trattare superfici immense. Spesso la soluzione migliore si rivela quella di procedere a lavaggi della vegetazione, preferibilmente nel periodo in cui sono presenti le forme giovanili, onde ridurre la pressione della parassitosi e affidarsi al controllo biologico da parte del parassitoide naturale (Neodrynus typhlocybae) che è stato rilevato anche lo scorso anno in quantità soddisfacenti sulla vegetazione.
– Un attacco di Corythuca ciliata (tingide del platano) che si può ritenere nella norma. Anche questo parassita (rincote Tingide) infesta comunemente i platani provocando decolorazioni sulle foglie in conseguenza delle punture di nutrizione praticate sulla vegetazione. Il danno alla pianta spesso si rileva sopportabile; anche in questo caso molto più rilevante appare il “fastidio” provocato ai frequentatori dell’area in quanto l’insetto è in grado di imbrattare gli arredi sottostanti le piante e le eventuali macchine in sosta attraverso la produzione di melata oltre che provocare irritazioni (possibili) alle persone cadendo dalle piante e venendo occasionalmente a contatto con i passanti.
Al momento è possibile rilevare una gran quantità di uova, le prime forme giovanili e qualche adulto. Nei confronti di questa parassitosi è possibile intervenire con insetticidi abbattenti ai quali l’insetto è inequivocabilmente sensibile, ma in considerazione del contesto nel quale ci troviamo riteniamo che l’unico intervento consigliabile sia quello con prodotti biologici a base di gelatina di alghe che hanno già fornito risultati ottimali in contesti simili, pur garantendo una assoluta compatibilità con l’ambiente nel quale ci troviamo ad operare.
– Un attacco di oidio, patologia fungina che si manifesta attraverso la comparsa sulle foglie di abbondante muffa biancastra polverulenta. Anche in questo caso si può ritenere la patologia sopportabile dalle piante in quanto la sua comparsa è quasi “fisiologica” e comunque difficilmente si rivela molto dannosa per piante adulte. Naturalmente esiste la possibilità di difendere il platano da questa patologia, ma utilizzare prodotti fitosaniatari in ambienti così fortemente antropizzati non è una scelta particolarmente consigliabile, potrebbe altresì valere la pena di pensare ad un piano strutturale di difesa biologica per preservare negli anni a venire la vegetazione di queste piante.
In conclusione riteniamo che occorra riflettere attentamente prima di procedere a trattamenti fitosanitari in ambiente urbano sia perché appare fondamentale tutelare la salute pubblica dei frequentatori delle aree in oggetto, sia perché occorre tutelare la presenza dell’entomofauna utile al fine di non trovarci nella situazione di dover gestire molteplici emergenze parassitarie, sia perché le piante ornamentali non devono essere considerate come piante da frutto e quindi il livello di sopportazione di patogeni-parassiti dovrebbe essere decisamente più alto”.