Il Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) è stato adottato dalla Provincia di Modena martedì 22 luglio con il voto favorevole di Pd e Prc e quello contrario dei Verdi e dei gruppi dell’opposizione. «Quella di oggi è una tappa importante di un percorso di lavoro e confronto durato quasi tre anni – ha detto Maurizio Maletti, assessore provinciale al Territorio illustrando il Piano – che ci porta ad adottare un Ptcp innovativo, ambizioso, europeo, fortemente ambientale e partecipato. Un piano ricco e corposo che propone una sfida alta sia all’amministrazione che ai cittadini, ma è solo elevando gli obiettivi che si produce più qualità».
Invitando a un voto positivo, il presidente Emilio Sabattini ha affermato che «questo Ptcp rappresenta un significativo passo in avanti verso una maggiore sostenibilità ambientale, per uno sviluppo di qualità. Non è semplice atto, rappresenta una filosofia seguita da questa Amministrazione, ed è per questo che il voto sul Ptcp rappresenta un voto di fiducia sul lavoro fatto da questa Giunta. La maggioranza non può quindi che esprimere un unico voto. Un voto contrario rappresenta una grave assunzione di responsabilità, crea una frattura all’interno della maggioranza che a questo punto, ormai a pochi metri dal traguardo, appare difficilmente comprensibile e mi amareggia profondamente».
Walter Telleri (Verdi), ribadendo un «voto coerente con le posizioni espresse finora», ha affermato che il Ptcp «nella prima parte, quella dell’analisi, rileva la gravità della situazione e dimostra un’accresciuta consapevolezza ambientale alle quali però non si dà seguito nella parte delle decisioni. Si continua a puntare sulle strade invece che sul trasporto pubblico quando è evidente che la Cispadana e la Bretella sono scelte non sostenibili; non si impone alle ceramiche l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili; si trascura la montagna che è il 40 per cento del nostro territorio. Questo Ptcp decide senza tenere in considerazione l’interesse collettivo. Spero di poter dire in futuro che la Provincia di Modena sarà migliore dal punto di vista ambientale». Secondo Demos Malavasi (Pd) «la vera sfida oggi è risolvere i problemi concreti. Non capisco le valutazioni di Telleri che finora ha approvato le scelte fatte dalla Provincia. Così come non concordo con le valutazioni sullo sviluppo della viabilità modenese che deve essere assolutamente sviluppata. Per noi la Cispadana rappresenta un’opportunità per tutta l’area nord che cambierà le prospettive di sviluppo per tutta questa zona». Temi ripresi nel suo intervento anche da Mauro Cavazzuti (Pd): «Telleri non ha un’ottica di sviluppo – ha detto – le aziende sono una fonte di ricchezza per il territorio e mortificarle significa ripiegare, mentre abbiamo bisogno di fiducia per rispondere alle sfide della competizione». Stefano Lugli (Prc), sottolineando che «il rapporto con i Verdi prosegue» ha dato un giudizio «complessivamente positivo che tiene conto delle luci, come la tutela del territorio, ponendo un limite allo sviluppo, e l’accresciuta percentuale di edilizia sociale, e delle molte ombre, prima tra tutte la viabilità: non è credibile rispondere al bisogno di mobilità dell’area nord con un’autostrada che porta solo devastazione». Per Claudia Severi (Forza Italia-Pdl) il Ptcp «era l’occasione per sanare profonde ferite nel territorio ma invece non risponde in modo adeguato né al problema della mobilità né a quello dello sviluppo urbanistico».
Dante Mazzi (Forza Italia-Pdl) ha definito «non credibile un Piano che si risolve in una mera esercitazione e non è cogente». Dello stesso parere anche Cesare Falzoni (An-Pdl) per il quale «la Provincia propone e il Comune dispone e quindi il Ptcp altro non è che una bella vetrina preelettorale». Giorgio Barbieri (Lega nord) ha rilevato che «a una popolazione aumentata di 15 volte si è risposto con una crescita nel consumo del territorio pari a dieci volte tanto. Lo stock abitativo è cresciuto in modo spropositato per far ottenere ai Comuni contropartite in opere pubbliche e ci ha tirato in casa dal sud imprese edilizie con addosso la mafia e la camorra». Secondo Ivano Mantovani (Pd) il Ptcp «si pone obiettivi in una logica dialogante con i Comuni e si propone come un piano equilibrato che mette un tetto all’espansione ma è molto generoso sulla riqualificazione». Per Tomaso Tagliani (Popolari liberali-Pdl), che si è dichiarato contrario anche alle decisioni sulla ex Sipe, «questa Provincia ha predicato molto ma fatto poco per la tutela del territorio. Sotto l’aspetto politico ci sono troppi buchi». Giandomenico Tomei (Pd) sostenendo le scelte in materia di viabilità «che danno una risposta per lo sviluppo della montagna» ha definito «importantissimo il recupero e la valorizzazione delle aree dismesse sulle quali si è lavorato molto, specialmente in montagna».