Doppio appuntamento quello di domani – mercoledì 23 luglio – ore 21.30 a Villa Spalletti nel Comune di Casalgrande. Mundus in collaborazione con il Casalgrande Jazz Festival presenta due concerti che mescolano la musica italiana alle sonorità tradizionali della Serbia con l’artista internazionale Bojaz e la band italiana Blastula.
Mundus ripropone per la sua tredicesima edizione questi doppi concerti che più di ogni altro confermano la volontà di far incontrare suoni e artisti diversi con l’obiettivo di conoscere, esplorare e condividere culture e tradizioni attraverso la musica.
Bojan Zulfikarpasic nato a Belgrado nel 1968 comincia a studiare pianoforte all’età di cinque anni. “La musica è un’attività molto diffusa nel mio Paese… La mia famiglia, assieme ad amici, si riuniva per festeggiare e suonare fino a notte tarda. Io mi addormentavo con le canzoni del patrimonio musicale jugoslavo. Poi, attraverso l’insegnamento, ho scoperto Bach, Ravel e Debussy; grazie ad un’amica ho scoperto i Beatles e grazie a mio padre la musica brasiliana. Io ripetevo i brani, provavo a trovare gli accordi giusti, e questo ha provocato una certa attitudine alla musica jazz”. Da adolescente continua i suoi studi al conservatorio di Belgrado e diventa un musicista jazz famoso nel panorama musicale jugoslavo (nel 1989 riceve in Jugoslavia il Premio come Migliore Giovane Musicista Jazz). Dopo il servizio militare in Jugoslavia, dove nell’orchestra dell’esercito scopre la ricchezza della musica tradizionale balcanica, nel 1988 si trasferisce a Parigi diventando in poco tempo un nome incontestabile del jazz francese. Si iscrive al CIM, una scuola di riferimento per molti giovani artisti, e comincia a suonare con altri musicisti. Con il chitarrista Noël Akchoté si esibisce in tantissimi bar e club della capitale. La sua carriera inizia ad ottenere riconoscimenti importanti nel 1990. Sostituendo il pianista del quartetto di Marc Buronfosse (con Julian Lourau al sassofono e François Merville alla batteria), Bojan conquista il primo premio da solista al “Concours de la Défense”. La sua performance non passa inosservata nemmeno ai grandi nomi del jazz. Nel 1991 entra a far parte del famoso “Azur Quartet” dell’emblematico contrabbassista francese Henri Texier, e in seguito dal gruppo del clarinettista Michel Portal. Con il suo particolare linguaggio – un maturo vocabolario jazz realizzato dosando leggere influenze tratte dal folclore balcanico – Bojan lascia un’impronta indelebile in tutti i gruppi in cui suona. Oltre ad esibirsi in vari gruppi, Bojan è anche leader in formazioni tutte sue. Il 1993 segna l’inizio della sua collaborazione con l’etichetta Label Bleu con l’incisione dell’album di debutto del Bojan Z Quartet registrato durante un concerto a New York, seguito due anni più tardi da Yopla!, il suo secondo album inciso sempre col quartetto. Inizialmente, nel 1999, esce il suo progetto multietnico Koreni, che raccoglie otto musicisti d’origine diversa. Dopo alcuni anni di riflessione sulle caratteristiche del piano solista, registra nel 2001 l’album Solobsession, che raccoglie apprezzamenti e consensi a livello internazionale. Questo album, il quarto uscito con il suo nome, presenta composizioni superbe e fuori dall’ordinario, confermando nuovamente l’originalità assoluta di questo pianista jazz che ha caratteristiche assolutamente uniche, scaturite da un talento inesauribile. Con i gruppi di Texier, Portal e Louru, con i propri gruppi e da solista, si è esibito nei grandi festival jazz di Montréal, North Sea Jazz, Paris Jazz Festival, Copenhagen Jazz Festival, Jazz in Marciac, London Jazz Festival e nelle sale da concerto come il Palau de la Musica a Barcellona e alla Konzerthaus di Vienna. Nel 2002 Bojan viene nominato Chevalier de l’ordre des Arts et des Lettre dal Ministero della cultura francese e riceve il Premio Django Reinhardt come Musicista dell’anno dell’Accademia Francese del Jazz. Il suo quinto album per Label Bleu, nonché il primo col “trio Transpacifik”, segna l’inizio della collaborazione con musicisti americani quali il contrabbassista Scott Colley (famoso per aver lavorato con nomi importanti come Herbie Hancock e Chris Potter) e il batterista newyorkese Nasheet Waits. Venne registrato a New York nel 2003. Da allora suona con Ben Perowsky o Ari Hoenig alla batteria ed il grande bassista francese Remi Vignolo. Nel 2005 è stato insignito del “European Jazz Prize” (Hans Koller Prize) come best european jazz artist.
Il suo ultimo album Xenophonia, uscito nel 2006, ha vinto il premio “Les victoires du jazz 2007” come miglior album dell’anno.
La band italiana Blastula è rappresentata da Cristian Calcagnile – percussioni e live electronics e Monica Demuru – voce e drammaturgia e trae i suoi testi dai canti tradizionali della Sardegna e del Trentino; J.W.Goethe; Z. Sitchin; G.Pettinato;V. De Moraes; A. Casula; J.B.Ballard ecc.
Nessuna casualità in BLASTULA. La sua apparente pochezza non è un bisogno di vuoto ma di apertura ad una personale rappresentazione del mondo. Anche nell’improvvisazione sonora, il disegno. Nel contrasto dei temi, il sistema. Non perché se ne sveli l’idea generatrice ma perché viva, non necessariamente capito ma compreso nel momento in cui agisce, il corpo sonoro nato da due individui e dalla loro pratica scenica. Il testo stesso è corpo da trasfigurare. In scena non se ne ripete la “lettura” ma se ne ricercano le possibilità in divenire, il potenziamento del corpo stesso. Il testo, in Blastula, come nelle tradizioni popolari, è scansione di sillabe, portatore e sintetizzatore di ritmo, impulso, corpo da ballo, piede che segna il passo.
A questo si muove e s’incolla la voce. Perciò, anche in un excursus di suoni e testi remoti l’impatto è immediato. Nessun filologismo, nessun caos. Qui si pongono domande a proposito di identità come stratificazione di vite opposte.
L’intento di empatia col pubblico è dichiarato.
I trentaquattro concerti di Mundus previsti per il 2008 si stanno susseguendo negli otto Comuni della provincia di Reggio Emilia: Boretto, Casalgrande, Castelnovo di Sotto, Correggio, San Martino in Rio, Scandiano, Reggio Emilia e Carpi e continueranno fino al 20 agosto.
Il festival è organizzato da Ater, Associazione Teatrale Emilia Romagna e dalla Provincia di Reggio Emilia con la collaborazione della Regione Emilia Romagna e di tutti i Comuni che ospiteranno gli eventi.