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Quasi 58 mila ore annue per i tutor delle scuole modenesi

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I tutor che operano nelle scuole del Comune di Modena sono oggi circa 140, con un impegno annuo di 58 mila ore e un costo complessivo di circa 600 mila euro. Il Comune di Modena sottoscrive con loro regolari contratti di collaborazione coordinata e continuativa, con un compenso di circa 8,80 euro l’ora e specifici percorsi di formazione organizzati dal centro Me.Mo. La situazione retributiva e contrattuale dei tutor del Comune di Modena risulta essere la più vantaggiosa fra i Comuni della Provincia, e i rappresentanti dei tutor chiedono un adeguamento da parte degli altri Comuni”.

Così l’assessore all’Istruzione del Comune di Modena Adriana Querzè ha risposto all’interrogazione presentata in commissione consiliare dal consigliere Achille Caropreso (Pd), sul tema “Tutor scolastici: qual è la loro situazione nelle scuole del Comune di Modena”.

Il consigliere ha presentato l’interrogazione spiegando che “lo status giuridico dei tutor è confuso tra il ruolo di professionista dell’assistenza scolastica e una figura volontaristica o vocazionale” e ha chiesto all’assessore di conoscere la situazione dei tutor nelle scuole del Comune di Modena.
L’assessore ha precisato che “Le recenti richieste dei tutor di migliorare la propria posizione contrattuale si rivolgono non tanto al Comune di Modena quanto alla Provincia, che si è assunta l’impegno di proporre una ipotesi di trattamento economico e giuridico dei tutor uniforme tra i vari Comuni interessati. Questa richiesta si è incrociata con le norme contenute nella Legge Finanziaria 2007, modificata dal decreto 112 2008. Il decreto prevede l’impossibilità di assegnare incarichi di lavoro autonomo a chi non è un esperto di particolare e comprovata specializzazione. I tutor, in quanto studenti universitari, non possono essere considerati soggetti con queste caratteristiche. Questo quadro normativo, peraltro ancora in evoluzione, obbliga quindi tutti i Comuni a rivalutare la situazione per verificare le possibili modalità di prosecuzione di questa esperienza. Stiamo seguendo con attenzione l’evolversi della normativa e attendendo l’esito delle verifiche messe in campo dai nostri tecnici e da quelli dell’Amministrazione provinciale per decidere di conseguenza, tenendo comunque sempre presente la necessità di garantire, sul piano contrattuale ed economico, i ragazzi che si prestano a svolgere questa funzione importantissima”.

La figura del tutor è stata introdotta dal primo “Accordo di programma provinciale per l’integrazione scolastica di allievi in situazione di handicap nelle scuole di ogni ordine e grado”.
L’accordo, in vigore dal 2005, prevede che il tutor faciliti l’integrazione e concorra alla realizzazione del progetto, pur non avendo compiti didattici, né di assistenza, né le competenze di un educatore professionale.

“Il tutor – ha puntualizzato l’assessore Querzè – corrisponde a una figura dalla forte carica volontaristica e vocazionale, in grado di prendersi cura di una persona quasi coetanea in difficoltà, costruendo un rapporto basato sulle sue capacità personali, ma soprattutto sulla sua disponibilità umana. L’accordo provinciale non dà indicazioni sulla posizione giuridica e contrattuale di questa figura e negli anni si sono pertanto determinate molte situazione diverse nei diversi Comuni della Provincia”. Nel dibattito sul ruolo dei tutor sono intervenuti anche i consiglieri Mario Tamburi (Fi-Pdl) e Baldo Flori (Modena a colori). Il consigliere Caropreso si è detto soddisfatto della risposta e ha auspicato che la materia trovi una soluzione normativa nazionale che non pregiudichi quanto raggiunto dal nostro Comune.