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Presentato al Prefetto un documento sulle impronte digitali ai piccoli Rom

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È stato consegnato stamattina – lunedì 21 luglio – al Prefetto di Modena, Giuseppina Di Rosa, il documento firmato da sigle del mondo ecclesiale e associativo, oltre che da alcuni parlamentari, che chiede la revoca dell’ordinanza sulla raccolta delle impronte digitali ai bambini Rom. Di seguito il documento e i nomi dei firmatari.


Nessun bambino è straniero. No alle impronte digitali dei piccoli rom
I sottoscritti chiedono al Prefetto di Modena di indirizzare al Ministro Maroni la presente richiesta di revoca dell’ordinanza, che prevede l’identificazione e il censimento dei bambini e delle bambine presenti nei campi nomadi attraverso la rilevazione delle impronte digitali.
Come affermato dalla Convenzione ONU per i diritti del fanciullo dell’89 e dalla Carta di Nizza, i diritti di tutti i bambini devono essere fondati sulla base della loro presenza in un paese, indipendentemente dalla loro origine.
Il provvedimento ordinato dal Ministro Maroni viola ogni diritto di uguaglianza dei bambini e degli adolescenti e introduce una grave discriminazione basata unicamente sull’etnia e l’identità culturale. E’ un censimento realizzato su base razziale, né può far riferimento alle norme dell’Unione Europea per l’ingresso degli extracomunitari, visto che quella Rom è una delle principali minoranze etniche dell’Unione Europea e gran parte sono cittadini comunitari.
E’ un atto culturalmente e socialmente grave ed è una misura del tutto inutile per garantire la sicurezza. Tutti i bambini hanno diritto ad una famiglia che li ami, ad una scuola in grado di dar loro educazione e formazione alla vita ed al lavoro.

Non è possibile giustificare un’azione come questa con l’intento di proteggere i minori da episodi di sfruttamento: la cura dell’infanzia nel nostro Paese, in ogni comune, provincia o regione, deve essere congiunta ad un’attenta e concreta cura dell’infanzia che non ha cittadinanza.
Esistono, in alcune regioni e città italiane, buone prassi per tutelare i bambini e gli adolescenti vittime dello sfruttamento, ma sono sprovviste di un sicuro quadro di riferimento legislativo.
Ci uniamo quindi all’appello dell’Unicef, del Pontificio Consiglio dei migranti e del Consiglio d’Europa affinché venga rimossa l’ordinanza e chiediamo che:
• sia istituito un fondo specifico con risorse aggiuntive e promosso un coordinamento interistituzionale nazionale che definisca i compiti e gli indirizzi delle diverse articolazioni dello Stato e delle relative amministrazioni per favorire l’integrazione sociale e scolastica dei minori stranieri;
• vengano sviluppati rapporti di cooperazione e stipulati accordi specifici con quei Paesi, a partire dalla Romania, che hanno fatto il loro ingresso nella Comunità Europea, al fine di offrire maggiore tutela ai diritti delle bambine e dei bambini e degli adolescenti;
• venga previsto un Piano Nazionale di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.

Francesco Falcone, Segretario generale Cisl Modena; Franco Messora, Presidente Associazione Porta aperta; Luigi Tollari, Segretario generale Uil; Maurizio Davolio, Presidente Auser;
Giuseppina Caselli, Direttrice Caritas diocesana;
Greta Barbolini, Presidente Arci provinciale;
Antonio Galli Pesenti Presidente Acli Provinciali;
Celeste Caruso, Portavoce Forum Provinciale Terzo Settore; Donato Pivanti, Segretario generale Cgil Modena; Paolo Seghedoni, Presidente Azione Cattolica di Modena; Vittorio Saltini, Presidente Consorzio solidarietà sociale;
On. Ivano Miglioli; On. Manuela Ghizzoni;
Sen. Giuliano Barbolini; Sen. Mariangela Bastico.