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Bilancio prima settimana saldi in provincia di Modena

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Continua a soffrire il commercio del settore del tessile abbigliamento e calzature. Nonostante sin dai primi giorni si siano applicati sconti anche del 40%, non sono stati sufficienti i saldi per invertire una tendenza che già si era manifestata durante la stagione primaverile.

I dati meno confortanti riguardano l’abbigliamento sportivo e il tessile per la casa che hanno fatto registrare un meno 20%. Leggermente inferiore, ma sempre con un segno negativo, la flessione delle vendite di calzature e pelletteria, circa un meno 15%, e dell’abbigliamento di fascia medio bassa, meno 10%. Uniche eccezioni l’intimo e l’abbigliamento di qualità medio alta che fanno registrare un andamento analogo a quello dello scorso anno. È quanto emerge da un primo bilancio realizzato da Fismo, Federazione Italiana Settore Moda,-Confesercenti che si riferisce alla prima settimana di saldi, avviati sabato scorso 5 luglio. Complessivamente le imprese intervistate, distribuite in modo omogeneo in tutto il territorio sono state 50.

La preoccupazione, sottolinea Fismo-Confesercenti, da parte dei commercianti è forte anche perché i dati non soddisfacenti riferiti alle vendite di fine stagione, si sommano ad un andamento negativo che ha contraddistinto i primi sei mesi dell’anno. Una conferma arriva anche dal fatto che più della metà degli imprenditori sentiti, per cercare di sostenere le vendite ha fatto ricorso a vendite promozionali già alla fine di giugno.

“Dall’indagine sono anche emerse alcune richieste da parte dei commercianti che in particolare chiedono di posticipare l’inizio dei saldi e di stabilire un’unica data d’avvio. Resta inoltre irrisolto il problema della regolamentazione in Emilia Romagna delle vendite promozionali, nodo che invece in altre regioni è stato affrontato” ha sottolineato Margherita Venturelli, segretario provinciale di Fismo-Confesercenti.

La situazione di difficoltà che sta attraversando il settore, conclude l’Associazione, ripropone anche l’urgenza di avere una legge Nazionale che regolamenti gli outlet per evitare fenomeni che incidono negativamente sulla libera concorrenza e di riprendere la questione della regolamentazione delle rimanenze di magazzino, soggette ad un trattamento fiscale fortemente penalizzante per le piccole imprese del commercio.