Si parla spesso, tanto che a volte si straparla, del problema dell’immigrazione nella nostra città. Un’immigrazione da una parte preziosa per la crescita del distretto industriale sassolese, ma che ha portato con sé, come poteva essere prevedibile, nuovi bisogni da soddisfare. È stato difficile anche per le passate amministrazioni far
fronte alla velocità con cui i flussi migratori sono arrivati, alle loro necessità e alle nuove problematiche ai cittadini.
A farne i conti più salati il quartiere di Braida in cui si è concentrato il maggior numero di abitanti stranieri costituendo di fatto una sorta di
“altra” Sassuolo che vive quotidianamente le problematiche che tutti conosciamo. Bisogna, in un momento particolare come questo che stiamo
vivendo, mettere da parte le parole, gli interessi di bottega e trovare una soluzione ai problemi. Dobbiamo avere un progetto di una Sassuolo
vivibile, sicura e arricchita dal confronto e dall’integrazione che una città come la nostra fin dai primi anni del novecento ha dovuto
accogliere.
Dobbiamo partire da Braida. Ci vuole una nuova visione urbanistica generale (coinvolgendo esperti e architetti) e soprattutto interventi concreti e mirati.
Tra questi, credo ci siano due nodi da sbrogliare: i “palazzoni” (di cui l’abbattimento di quello di via San Pietro è ormai prossimo e la chiusura
di quello di via Circonvallazione ci vede in prima linea) e le moschee.
In un disegno complessivo di città che l’amministrazione dovrebbe avere, non si possono prevedere due moschee a pochi metri l’una dall’altra nella stessa zona per altro quella con più problematiche legate all’immigrazione; e in un ottica più complessiva è impensabile come
nell’intera area sud della provincia modenese ci siano solo due luoghi di culto dedicati ai musulmani ed entrambi a Sassuolo, indubbiamente la città che ha pagato il prezzo più alto dal punto di vista della sicurezza legata
all’immigrazione.
Sono convinto che qualsiasi credo religioso vada rispettato ma credo anche che in un progetto più ampio di città le moschee vadano spostate dal
quartiere Braida, magari ricollocandole in un’ottica più ampia, distrettuale se non provinciale. Già altre volte era nata l’esigenza,
anche da parte della comunità mussulmana di poter pregare in un luogo di culto più idoneo e più grande; le soluzioni vanno cercate consci che
Sassuolo non può far fronte anche a questa necessità.
Invito l’amministrazione a tener in considerazione tale proposta e a sollecitare incontri tra i vari Comuni del distretto per mettere sul
tavolo la questione e poter intervenire in tempi brevi.
Sento poi spesso parlare del bisogno di luoghi di aggregazione per i cittadini immigrati; sono a disposizione di un confronto con la consulta e
con i cittadini stranieri che vivono il problema. Mi chiedo però, perché continuare a chiedere luoghi “esclusivi” e non provare a trovare qualcosa
insieme? Tralasciando la fede che ognuno (indipendentemente dalla cittadinanza) nel pieno rispetto e libertà ha il diritto di seguire.
(Ciro Alessio Pecoraro – segretario Pd Sassuolo)