Lo hanno fatto nel 2007 e proseguono nell’anno in corso. Il dato emerge da un’indagine realizzata da Confindustria regionale e da Carisbo su 635 aziende che contano su 67mila addetti e 19,5mld di euro di fatturato. Una ricerca, hanno tenuto a precisare gli autori nel corso della presentazione che si è tenuta oggi nella sede di Confindustria, condotta nei primi tre mesi del 2008, prima dunque che si acutizzasse l’attuale fase di criticità.
“La ricerca – ha puntualizzato il presidente di Confindustria Emilia Romagna Anna Maria Artoni – non tiene conto degli eventi relativi all’ultimo periodo, ma fotografa certamente una tendenza.
Testimonia l’impegno delle imprese dell’Emilia Romagna, già prima regione a dare i segnali di una inversione di tendenza grazie alle scelte condivise con la Regione per il sostegno alla formazione, alla ricerca e alla innovazione, nonche’ alla costruzione di canali e porte cerso il mondo con numerose missioni internazionali”.
Nel 2007, l’89,6% delle aziende intervistate ha dichiarato di avere effettuato investimenti crescenti in tutte le principali aree aziendali. In particolare nelle linee di produzione (47,1%), Ict (46%), ricerca e sviluppo (43,5%) e formazione (36,9%).
Il risultato è analogo a quello del 2006: anche nel 2007 dunque è proseguita l’attività di espansione sulla scia di una congiuntura favorevole.
Se si confrontano questi dati con quelli previsionali relativi all’anno in corso, si può notare che i numeri confermano la volontaà di continuare a investire. Il 91,7% delle aziende ha infatti dichiarato che effettuerà investimenti. Soprattuitto in ricerca e innovazione, investimenti produttivi e commerciali all’estero, linee di produzione. Nel 2007 la medesima volonta’ era stata espressa dal 90,8% delle imprese.
In particolare, si prevedono investimenti maggiori in tutte le tipologie: dalle linee di produzione (53,4%) alla ricerca e sviluppo (51,7%) alla formazione (51,7%). In aumento anche le previsioni di investimento in tutela ambientale: atteso il 35,6% rispetto al 25,4% realizzato nel 2007. Buone performance anche rispetto alla internazionalizzazione: gli investimenti in produzione sono previsti dal 16,1% degli imprenditori, quello commerciali dal 24,3%.
Ma al di la’ delle previsioni che risultano positive, la ricerca mette in evidenza i fattori che rappresentano un ostacolo agli investimenti, a partire certamente da quelli di carattere congiunturale, ineludibili, ma soprattutto e per la prima volta quelli di tipo strutturale che per la prima volta in questo campo hanno un peso superiore. Primo fattore strutturale è legato alle risorse umane, indicati hnel 2007 dal 21,9% delle imprese e ora dal 22,5%. Reperire adeguate risorse umane è dunque un importante elemento critico nelle descisioni di investimento delle imprese.
Secondo fattore, la difficoltà di reperire risorse finanziarie necessarie per effettuare gli investimenti, indicato dal 16,9% dei casi. Tale fattore è tornato a crescere dopo la riduzione che si era registrata nel corso del 2007 (13,5%). Altro elemento che va a incidere fortemente soprattutto sulle imprese di grandi dimensioni, le difficoltà di natira burocratica e amministrativa (16,5% per il 2008 contro un 18,3% nel 2007) seguire dalla impossibilita’ di dedicare personale alla progettazione indicato dall’11,5% degli intervistati, in leggero calo rispetto al 2007.
“Il mito delle ‘imprese in un giorno’ – ha fatto notare il presidente di Carisbo Filippo Cavazzuti – continua a essere soltanto un genere letterario”. Cavazzuti ha fatto anche presente che le aziende non stanno dando troppo peso all’andamento congiunturale.
L’indagine, per il presidente di Carisbo, mette comunque in evidenza un elemento sostanziale: che per le imprese di più piccole dimensioni la criticita’ restano le risorse umane, mentre per quelle grandi l’aspetto legato all’eccesso di burocrazia.