Domenica 13 luglio a Carpi verrà ricordato il 64° anniversario dell’eccidio dei 67 prigionieri prelevati dal Campo di concentramento di Fossoli e fucilati dai nazisti al Poligono di tiro di Cibeno il 12 luglio 1944.
Le celebrazioni si terranno sul luogo dell’eccidio dove sarà presente, insieme al Sindaco di Carpi Enrico Campedelli e alle autorità cittadine, anche la parlamentare Manuela Ghizzoni, che pronuncerà poi il discorso ufficiale.
Il programma della giornata, predisposto da Comune, Aned (Associazione nazionale ex deportati), Fondazione ex Campo Fossoli e Comitato per la Memoria, prevede alle ore 10.30 il ritrovo delle autorità dei familiari e dei cittadini al Poligono di tiro, alle ore 10.45 i riti religiosi e a seguire gli interventi di Enrico Campedelli e Manuela Ghizzoni. In caso di pioggia tutte le iniziative si terranno nel salone della parrocchia di Sant’Agata, a Cibeno.
In occasione della commemorazione del 64esimo anniversario dell’eccidio la Fondazione ex Campo di Fossoli e il Comune di Carpi propongono una mostra documentaria di Dario Venegoni e Leonardo Visco Gilardi dal titolo Oltre quel muro-La resistenza nel campo di Bolzano 1944-45.
La mostra resterà visitabile nella baracca recuperata dell’ex Campo di Concentramento il 13 e il 20 luglio dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19, oppure su prenotazione.
Domenica 13 luglio sarà inoltre possibile partecipare a visite guidate gratuite al Museo Monumento al Deportato di Palazzo dei Pio (ore 17) e all’ex Campo di Fossoli (ore 18.30).
L’eccidio di Cibeno
La sera dell’11 luglio 1944, il sottufficiale delle SS Haage legge l’elenco dei 70 prigionieri del campo di Fossoli destinati – dice Haage – “al trasferimento al nord”. Il mattino seguente tre autocarri, in tre scaglioni, portano invece i prigionieri al Poligono di tiro di Cibeno dove, pare per rappresaglia (ma i motivi veri dell’eccidio non sono mai stati chiariti) saranno fucilati. Due condannati riescono a fuggire. Un altro prigioniero è graziato sul luogo dell’esecuzione. Quasi un anno dopo, il 17 e il 18 maggio 1945, vengono esumati i cadaveri delle vittime dell’eccidio, riconosciute o dai parenti o grazie ai documenti che portavano addosso. A Cibeno furono uccise persone di tutte le età e condizioni sociali, di 27 differenti province: un gruppo di fucilati, proveniente soprattutto dal milanese, aveva alle spalle esperienze politiche significative e di diversa matrice.