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Cna e Lapam chiedono risorse per la Bretella

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“La vocazione manifatturiera della nostra Provincia è inconfutabile e dimostrata dai numeri, che vedono Modena al primo posto per esportazioni. Questa caratteristica fa della circolazione delle merci, e quindi delle infrastrutture viarie, una delle prime necessità del nostro territorio, come è stato sancito recentemente alla Camera di Commercio in occasione della ‘Giornata dell’Economia’. In quell’occasione tutti si espressero chiaramente. Per questo riteniamo che alcune vie di comunicazione – in testa a tutte la Bretella Campogalliano-Sassuolo, in particolare per ciò che riguarda il collegamento con lo scalo merci di Marzaglia, e la Cispadana – rappresentino un’esigenza non più rinviabile”.


Così Erio Luigi Munari e Luigi Mai, rispettivamente presidenti di Lapam Federimpresa e Cna, intervengono nella discussione riguardante i collegamenti nel nostro territorio.

“Sarebbe paradossale – osservano i massimi responsabili delle due Associazioni – arrivare al 2010, anno in cui si prevede sia terminato lo scalo merci, senza adeguati collegamenti viari. Tanto più che, della Bretella, non solo ne è già stato approvato il progetto, ma è anche già stato stralciato il primo finanziamento. Ed una considerazione analoga vale per la Cispadana. Sulla Bretella in particolare ci sono le prese di posizioni, nette e non equivocabili, del Presidente della Regione Errani, dell’Assessore regionale ai Trasporti Peri e anche del Presidente della Provincia, Emilio Sabattini e del Sindaco di Sassuolo, Graziano Pattuzzi”.
Secondo Cna e Lapam Federimpresa, poi, non vanno dimenticate altre due importanti direttrici, rappresentate dalla Pedemontana ed il collegamento con l’Area Nord, con la necessità di un adeguamento della Statale 12. “E’ appena il caso di ricordare – aggiungono Mai e Munari – che nell’Area Nord esiste un distretto che deve la sua esistenza alla presenza di multinazionali che nelle loro valutazioni economiche considerano anche i costi e la facilità dei trasporti. Si tratta di aziende che non hanno forti legami con il territorio e per le quali potrebbe essere meno problematico trasferire in territori più competitivi le proprie produzioni”.
Secondo i due presidenti potrebbe essere utile un tavolo di monitoraggio che segua il rispetto dei tempi fissati per la realizzazione di queste importantissime infrastrutture.
“Alla luce di queste considerazioni – concludono i due presidenti – stupisce che alcune associazioni a livello regionale sanciscano prioritari alcuni interventi tralasciandone altri, in un’ottica centralistica che nulla ha a che fare con l’impostazione che l’Amministrazione Regionale sta dando alle proprie scelte di politica economica, ad esempio come ha fatto per ciò che riguarda la formazione ed i poli tecnologici. E qui ritorniamo sull’idea di Bologna capitale. La città felsinea è il nostro capoluogo di regione, e merita di esserlo, ma per farlo deve acquisire la consapevolezza di dover mettersi al servizio dell’intero territorio. La capacità di riconoscere anche le priorità altrui va appunto in questa direzione”.