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Bologna: De Maria, impronte bimbi rom è discriminazione etnica

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Il segretario Andrea De Maria ha aderito a nome del Partito Democratico di Bologna all’appello contro il rilevamento delle impronte digitali dei bambini rom firmato dal presidente dell’Arci Giovanni De Rose, dal fondatore del “Comitato delle Memorie” Mattia Fontanella e dal responsabile dell’Ufficio stranieri della CGIL Roberto Morgantini e ha annunciato la sua presenza alla manifestazione indetta per venerdì 11 luglio in piazza del Nettuno.

“La vostra iniziativa di protesta, con la raccolta delle impronte digitali in piazza, è un atto importante di denuncia e un gesto di indignazione che il Partito democratico sostiene e condivide in modo convinto” scrive De Maria in una lettera inviata ai promotori della manifestazione.
“Il provvedimento del governo, che prevede di prelevare le impronte digitali ai bambini rom, rappresenta una grave forma di discriminazione etnica che porta alla memoria i momenti più bui della storia. Un paese civile come l’Italia non può rinunciare a tutelare l’infanzia e ad assicurare uguali diritti a bambini e adolescenti, come peraltro previsto dalla convenzione Onu sui diritti per l’Infanzia, ratificata dal nostro Paese ben 17 anni fa. Un censimento, come proposto dal Ministro Maroni, per i soli bambini rom, rappresenta infatti una forma intollerabile di discriminazione che offende profondamente la cultura e la storia degli italiani. Non si può pensare – prosegue De Maria – che la schedatura dei bambini contribuisca a garantire la sicurezza nelle nostre città. Non è con i provvedimenti contro i più deboli e indifesi che si affrontano degrado e piccola criminalità. Lo dimostra l’azione dell’Amministrazione comunale di Bologna, che, dallo sgombero del Ferrohotel e degli insediamenti abusivi sul Lungoreno in poi, ha saputo intervenire ogni volta coniugando la legalità e la sicurezza con la solidarietà: garantendo a donne e bambini il diritto ad un tetto, alla salute e all’istruzione, e allontanando chi non rispettava le regole del vivere civile.”