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L’Europa promuove l’Emilia-Romagna

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L’Europa promuove l’Emilia-Romagna “impegnata a realizzare la politica di Lisbona per una coesione sempre maggiore e molto attiva nel campo dell’innovazione”. Lo ha detto la commissaria europea per la politica regionale, Danuta Hübner, in visita a Bologna, dove ha incontrato la Giunta regionale, accolta dal presidente della Regione Vasco Errani e dal vicepresidente Flavio Delbono, dal 19 giugno scorso eletto presidente della Rete delle Regioni di Lisbona (Lisbon Regions Network).


In Emilia-Romagna in occasione della due giorni di lavori dedicati alle sfide future del dopo Lisbona, la commissaria ha espresso “soddisfazione
per la politica molto attiva della Regione. Per quanto riguarda la programmazione 2007-2013, che sta iniziando la sua fase operativa, abbiamo
– ha sottolineato – un ottimo programma che consentirà ancora una volta di utilizzare al meglio i fondi strutturali”.
Il presidente Errani ha spiegato che dall’Unione europea arriveranno circa 840 milioni di euro per la formazione, lo sviluppo e l’agricoltura, cui si aggiungono fondi nazionali e regionali di
cofinanziamento grazie ai quali la dotazione arriverà complessivamente a 2 miliardi e 374 milioni. “La grande novità – ha aggiunto Errani – sta nel fatto che abbiamo costruito gli obiettivi e i progetti con tutta la comunità regionale, provincia per provincia. Vogliamo realizzare
progetti condivisi che ci consentano di costruire un sistema territoriale di qualità e capace di competere, portando la regione nella
dimensione europea e internazionale a livelli alti, sempre attenti alla coesione sociale”.
La commissaria Hübner ha aggiunto che “per la programmazione 2000-2006 l’Emilia-Romagna ha utilizzato al meglio e appieno i fondi” e che “i
programmi del nuovo settennio sono assolutamente ambiziosi e strategici.
Ciò permetterà alla regione – ha affermato – di svilupparsi ancora di più per ciò che riguarda la ricerca e lo sviluppo, la competitività e la
capacità innovativa del settore privato e nella direzione del raggiungimento di quell’economia della conoscenza. Si tratta di uno degli
obiettivi principali dell’Unione europea, insieme allo sviluppo sostenibile rispettoso dell’ambiente e all’utilizzo di nuovi fonti energetiche. Sono lieta di dire – ha concluso – che la Regione Emilia-Romagna contribuirà sicuramente a raggiungere questa sfida europea con tutta l’efficacia che le è propria”.

L’Emilia-Romagna in Europa
L’Emilia-Romagna si connota come una regione con elevati livelli di ricchezza e di benessere e una buona performance in chiave di competitività complessiva del sistema economico e produttivo, con valori di reddito disponibile e pil pro capite superiori sia alla media italiana sia al livello medio delle regioni europee più competitive. Il
pil pro capite colloca la regione tra le aree più sviluppate d’Europa, con un valore di 128,1, fatto 100 il pil europeo.
Rispetto agli obiettivi fissati a Lisbona per il 2010, va evidenziato il successo dell’Emilia-Romagna per quanto riguarda il tasso di
occupazione. La regione è al primo posto in Italia per tasso di attività (72,5%), per tasso di occupazione (70,3%), per tasso di disoccupazione
(2,9%). Ha inoltre un tasso di occupazione femminile pari al 62%. Si tratta di dati che confermano il raggiungimento degli obiettivi fissati per l’Europa da Lisbona, che indicano al 70% l’obiettivo occupazionale complessivo e al 60% quello relativo al tasso di occupazione femminile.
Sono risultati migliori della media Ue, che ha l’occupazione totale al 65,4% e femminile al 58,3%.
In regione mediamente si può fare impresa in condizioni relativamente migliori che in altre parti d’Italia. L’Emilia-Romagna è, infatti, risultata prima in Italia per il grado di libertà economica. Il dato emerge dalla classifica elaborata dal Centro “Luigi Einaudi”, che confronta le regioni sulla base di 25 indicatori (tra cui economia, peso
della pubblica amministrazione, finanza, infrastrutture, mercato del lavoro, società, istruzione e accesso al mercato del lavoro) e, per la seconda volta, conferma la regione al vertice. In Emilia-Romagna il numero delle imprese continua ad aumentare, raggiungendo nel 2007 un totale di oltre 420 mila imprese attive, 1 ogni 10 abitanti.
Nel dettaglio è una delle principali regioni manifatturiere d’Europa, con oltre 60.000 imprese nel settore: il comparto industriale contribuisce al
valore aggiunto regionale per il 34%. Da sottolineare anche che il 30% delle imprese industriali in regione opera all’interno di un gruppo.
Solida la posizione nell’export, cresciuto nel 2007 dell’11% contro la media nazionale dell’8%. L’Emilia-Romagna conferma il terzo posto tra le
regioni italiane e l’alta qualità delle sue esportazioni (il 50% dei prodotti ha un alto contenuto tecnologico, contro il 42,4% del Nord Est
italiano). Considerando, però, il rapporto tra esportazioni e popolazione, la regione balza al primo posto in Italia, con un valore di
esportazione pro capite pari a quasi 10.000 euro.
La spesa per ricerca in Emilia-Romagna è all’1,2% del pil (contro l’1,87% dell’Ue), ma in forte aumento e cresce ad un ritmo molto superiore alla media nazionale: tra il 2000 e il 2005 è aumentata del 74% rispetto al 25% in Italia. In parallelo è cresciuto molto negli ultimi anni il numero di brevetti depositati da imprese della regione (2500
l’anno), al punto da assegnare all’Emilia-Romagna il rapporto brevetti per abitante più elevato del Paese. Inoltre la quota di addetti nel settore
della ricerca è pari all’1,52%, superiore sia al dato
nazionale (1,23%) sia alla media europea (1,45%).
E’ nel settore dell’istruzione che in regione, come nel resto d’Italia, si registrano alcuni ritardi: restano infatti ancora inferiori alla media
europea sia il numero di diplomati (nel 2005 erano il 45,7% in Emilia-Romagna, il 57,4% nell’Ue a 25) sia dei laureati totali sulla popolazione attiva (15,5% in regione, 31,4% in Europa).

La riorganizzazione dell’offerta di istruzione e formazione è, dunque, uno degli obiettivi prioritari della Regione. Se attualmente il sistema degli Atenei emiliano-romagnoli si colloca nettamente al primo posto in Italia per quanto riguarda l’attrazione degli studenti dall’estero, tutto il sistema regionale della formazione conferma una grande attività e la capacità di progettare e realizzare azioni rispondenti ai bisogni delle persone e delle imprese.

Da rilevare che, dal 2000 al 2006, oltre un milione di persone hanno partecipato alle 28.632 attività di formazione svolte grazie ai fondi comunitari (pari al 327% rispetto ai numeri previsti in sede di definizione del programma operativo).