Il recente Decreto Legge del governo Berlusconi 147/2008, dal titolo “Liberalizzazioni sul mercato del lavoro” ha in realtà un solo filo conduttore. La liberalizzazione del lavoro nero e la crescita della precarietà.
Da una parte si riduce notevolmente la possibilità di controlli da parte degli Enti preposti, eliminando tra l’altro lo strumento dei libri matricola e paga.
Dall’altro si ripristinano strumenti spesso succedanei del lavoro nero, come il lavoro a chiamata.
Quindi si cancella il poco fatto dal governo Prodi in materia di tempo determinato, tornando all’arbitrarietà di contratti a termine eterni e
privi di motivazioni reali.
A ciò si aggiunge il superamento dell’orario settimanale, in favore di una media bisettimanale, contestuale all’innalzamento a 65 ore dell’orario settimanale massimo, deciso dal Consiglio dei Ministri europeo col voto
favorevole dell’Italia.
E’ preoccupante il silenzio generale attorno a queste misure, che devastano ancora di più i rapporti di lavoro nel settore privato, seminando precarietà e irregolarità.
Come solito i settori del Commercio e del Turismo sono all’avanguardia nell’utilizzo del peggio messo a disposizione dalla legislazione.
In queste ore sono stati licenziati i lavoratori di un ristorante modenese, a seguito della loro indisponibilità a trasformare un normale rapporto di lavoro nel ripristinato contratto a chiamata.
Ai lavoratori veniva verbalmente assicurato lo stesso orario a tempo pieno svolto in precedenza, ma sarebbero risultati assunti per sole 4/8 ore settimanali. Il resto sarebbe stato pagato in nero.
I lavoratori si sono rifiutati, e quindi è scattato un licenziamento, nascosto dietro la formula della “riduzione di attività”.
E’ un piccolissimo esempio di ciò che ci attende in un futuro nel quale il Sindacato dovrà mobilitarsi al massimo per opporsi ad un disegno inaccettabile.
FILCAMS CGIL Modena