Fiepet-Confesercenti esprime alcune perplessità sul progetto di legge dell’Assessorato regionale all’agricoltura che regolamenta l’attività degli agriturismi.
“Non si tratta – sottolinea Pellegrino Buffagni, Presidente Fiepet-Confesercenti – di voler negare il ruolo dell’agriturismo quale elemento importante di valorizzazione del territorio e delle sue peculiarità agroalimentare, o di disconoscere il positivo processo di incentivazione alla trasformazione e diversificazione che, grazie alla formula dell’agriturismo, ha avuto effetti importanti sul tessuto rurale. Così come non intendiamo mettere in dubbio che le aziende agrituristiche, insieme a quelle agricole e di trasformazione agroalimentare, siano le realtà che più di altre possono caratterizzare e rilanciare i circuiti turistici enogastronomici del nostro territorio. Occorre però evitare –osserva ancora Buffagni- che l’attività agrituristica, anche grazie ad una legislazione ed un trattamento fiscale favorevoli rispetto a quelle previste per la ristorazione tradizionale, venga ulteriormente snaturata ed assuma sempre più la forma impropria di pura e semplice impresa di ristorazione”.
La proposta di legge regionale invece sembra non tenere in debito conto il fatto che ristorazione e agriturismo devono continuare ad essere realtà imprenditoriali distinte, e della necessità che le attività agrituristiche mantengano un forte ancoraggio alle tradizioni del territorio. La bozza attualmente in discussione introduce infatti una serie di disposizioni che aprono ad un tipo di agriturismo despecializzato che, da un lato, si aggiunge all’attuale offerta ricettiva allargando la disponibilità di alloggio, e dall’altro rischia di assimilarsi alla ristorazione tradizionale. In questo modo si rischia di privare gli agriturismi di quel “valore aggiunto” rappresentato dalla tipicità e dal legame col territorio e con le produzioni agricole aziendali, per di più senza che gli agriturismi vengano assoggettati agli obblighi e degli oneri cui sono sottoposti il comparto ricettivo e della ristorazione. La nuova configurazione dell’ospitalità degli agriturismi renderebbe dunque incomprensibile un regime urbanistico e igienico sanitario diverso da quello alberghiero.
“Sconcertante inoltre – prosegue Buffagni – il fatto che la nuova proposta di legge cambi la previsione del “prodotto tipico della zona” allargando il concetto a “prodotto tipico della Regione” e abbassando la percentuale di prodotti propri dell’azienda dal 40% al 35% (da 30% a 25% per le zone montane), prodotti che invece devono continuare a rappresentare il vero valore aggiunto dell’offerta agrituristica”. Il che porterebbe a caratterizzare sempre più gli agriturismo come vere e proprie imprese di ristorazione”.
“Confesercenti-Fiepet ritiene dunque essenziale che si riapra la discussione con la Regione sulla proposta di legge, che va sostanzialmente modificata. Il rischio – conclude Buffagni – è di far perdere alle attività agrituristiche il necessario ancoraggio alle produzioni tipiche locali e di rendere un cattivo servizio alla valorizzare dei prodotti modenesi, travisando così i giusti obiettivi sanciti nel programma regionale agrituristico, rischiando inoltre di introdurre elementi di concorrenza sleale nei confronti dei ristoratori tradizionali”.