Legambiente – Circolo “Chico Mendes”,
Legambiente – Circolo di Modena, WWF – Sezione di Modena, Rete Lilliput – Nodo di Modena, Lega Difesa Ecologica e Lav – Sezione di Modena prendendo spunto dalla campagna denominata “Imbrocchiamola”, promossa a livello nazionale dalla rivista “Altreconomia” per promuovere l’utilizzo dell’acqua dell’acquedotto in alternativa a quella in bottiglia, ritengono importante ed indispensabile un impegno concreto in questa direzione da parte degli enti pubblici.
In molti casi infatti, nelle scuole, negli ospedali e nelle mense pubbliche viene servita acqua minerale in bottiglia, nella quasi totalità dei casi purtroppo in bottiglie in plastica “usa e getta”.
Se si considera che l’acqua distribuita dagli acquedotti è potabile, controllata, sicura, comoda (arriva direttamente fino al rubinetto) ed economica (costa centinaia di volte meno rispetto alle acque minerali in bottiglia), è evidente che continuare a servire in queste strutture acqua minerale in bottiglie in plastica usa e getta comporta un impatto ambientale ed economico tanto grande quanto evitabile.
La scelta di servire acqua in bottiglia, oltre al costo economico, comporta un elevato impatto ambientale dovuto ai consumi energetici, ai lunghissimi ed inquinanti trasporti su gomma dal luogo di imbottigliamento fino al luogo di consumo, impatti ed emissioni legate alla produzione ed allo smaltimento delle bottiglie usa e getta in plastica che costituiscono una frazione significativa del volume di rifiuti solidi urbani.
E’ quindi facile comprendere come la scelta di sostituire nelle strutture e nelle mense pubbliche l’acqua in bottiglia con l’acqua dell’acquedotto sia vantaggiosa ed importante intermini di riduzione “alla fonte” sia della produzione di rifiuti, sia delle emissioni di anidride carbonica e sostanze inquinanti conseguenti ai minori trasporti e consumi energetici.
Per queste motivazioni proponiamo con forza di adottare in tempi brevi provvedimenti finalizzati a prevedere nelle mense scolastiche, nelle strutture ospedaliere e nelle altre strutture pubbliche:
1. La sostituzione dell’acqua minerale in bottiglia con l’acqua dell’acquedotto, investendo se necessario risorse per risolvere gli eventuali problemi tecnici o logistici connessi a tale scelta;
2. Adottare provvedimenti e investimenti finalizzati ad eliminare l’usa e getta nelle mense (piatti, bicchieri, posate, tovaglie, ecc..) al fine di ridurre l’impatto ambientale in termini di produzione di rifiuti, migliorando al tempo stesso la qualità del servizio percepita dagli utenti;
3. Valutare la fattibilità di prevedere una riduzione della Tariffa Igiene Urbana per le strutture in cui saranno attivati questi interventi, per dare un maggiore incentivo e stimolo alla attuazione degli stessi;
4. Attivare in tempi rapidi, dove non è già operativa, la raccolta differenziata all’interno delle mense e delle strutture pubbliche;
5. Nel caso in cui fossero presenti nei menù prodotti finiti provenienti dal sud del mondo (ad esempio banane, cioccolata, ecc), prescrivere che essi dovranno essere certificati dal commercio equo e solidale, sull’esempio di quanto già sperimentato da diverse realtà;
6. Incrementare la presenza di alimenti provenienti da agricoltura biologica e dare spazio ai prodotti locali (filiera corta) per il periodo in cui essi sono disponibili;
7. Garantire il diritto per gli utenti di poter scegliere un menù privo di prodotti di derivazione animale, prescrivendo inoltre che le uova utilizzate nelle mense dovranno essere uova da agricoltura biologica (codice 0) oppure uova da allevamento all’aperto (codice 1);
8. Pubblicizzare adeguatamente verso gli utenti e la cittadinanza le motivazioni di queste scelte, indicando e quantificando i vantaggi ambientali e sociali conseguenti.
Rivolgiamo pertanto un appello a tutti i Comuni, alla Provincia, alle Aziende Ospedaliere e a tutti gli enti pubblici affinché vengano intraprese entro breve azioni concrete in questa direzione.