Era il 5 giugno 2003, quando veniva annunciata la consegna dei lavori all’Associazione Temporanea d’Impresa International Syre G.E.I.E. Injectsond Italia di Milano, impresa vincitrice della gara d’appalto, delle opere previste relative al pieno recupero funzionale e scientifico del Complesso San Geminiano, un immobile tra i più antichi della città risalente pare al 1175 di proprietà della famiglia Bellincini, come comprova un’iscrizione in latino un tempo esistente in loco e citata nelle memorie del Tiraboschi. Solo in seguito accolse anche i poveri e prese il nome di “Ospedale dei poveri di San Geminiano”.
Oggi, a 5 anni di distanza, i lavori di ristrutturazione e adeguamento dell’edificio sono ormai terminati e già entro agosto l’immobile verrà consegnato all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, che lo ha destinato a sede della facoltà di Giurisprudenza, che potrà così lasciare il vecchio Palazzo dell’Università, non più capace di contenere la crescita di questa struttura accademica che conta circa 2.300 studenti iscritti ai suoi corsi, oltre 49 docenti (22 ordinari, 15 associati e 10 ricercatori e 2 assistenti ad esaurimento) e 5 figure tecnico-amministrative.
“É quasi con incredula felicità che la facoltà di Giurisprudenza ha appreso dell’avverarsi del sogno: entrare finalmente nella nuova, magnifica sede! La severità dell’antico chiostro e le spesse mura, anche affrescate, che nascondono le più moderne tecnologie – ha commentato il Preside della facoltà di Giurisprudenza prof. ssa Alessandra Bignardi – sono l’emblema di questo nostro studium, il più antico ed il più ricco di storia, ma anche il luogo dove nasce una figura indispensabile a governare il nuovo ed il futuro. In questa sede discenti e docenti troveranno finalmente spazi idonei allo studio e all’apprendimento, ma troveranno anche, oltre a moderni laboratori, luoghi accoglienti dove sia possibile instaurare rapporti di colleganza e comunione di interessi, dove, in una parola, è possibile la condivisione di un percorso formativo fondamentale per iniziare o… continuare un costruttivo percorso di vita. Da tutti noi che viviamo questa facoltà, studenti, docenti e non docenti, un sentito grazie al Magnifico Rettore, che ha provveduto alla realizzazione del sogno, ed al Presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio di Modena che l’ha resa possibile”.
Le opere hanno interessato i 6.305 mq occupati dai diversi corpi dei fabbricati, distribuiti su una superficie fondiaria di 13.690 mq, per uno sviluppo ai piani di 9.034 mq, parte dei quali (950) destinati alla mensa/caffetteria e 864 mq che costituiscono lo sviluppo del suggestivo portico/loggiato. La restante parte dell’area è riservato – come si sa – ad uno splendido e pregevole cortile, dominato centralmente dal Chiostro delle Pie Orfanelle.
Le scelte progettuali adottate sono state rigorosamente pertinenti ai principi di salvaguardia e ripristino globale della organicità dell’ambiente tradizionale, presente nel nucleo antico, recuperando l’identità storica in essere con univoco riferimento alla metodologia del restauro conservativo, esteso ad ogni singolo componente lo spazio pubblico.
Internamente vi hanno trovato sistemazione 17 aule (da 18 a 208 posti) di varia superficie e un’aula magna (120 posti), a doppia altezza, ricavata nella ex-chiesa collegata con un’altra aula al piano superiore (150 posti), che potranno essere utilizzate per conferenze, ma anche per manifestazioni in ambito universitario, e 1 aula informatizzata (30 posti) per complessivi 1.722 mq, capaci in tutto di 1.478 posti a sedere; 2 laboratori di circa 100 mq ciascuno, uno linguistico ed uno informatico, rispettivamente di 42 e 49 posti a sedere; posti studio informatizzati per studenti capaci di un’accoglienza di 63 persone e 1 sala per le organizzazioni studentesche da 12 posti per un totale di altri 168 mq riservati agli studenti. Nei rimanenti spazi sono stati ricavati studi per i docenti (53 per 79 posti) e tutti quei servizi direzionali, che necessitano al buon funzionamento della vita della facoltà e del dipartimento: presidenza, 3 sale riunioni da 18 posti, 1 sala professori da 16 posti, 1 sala del Consiglio di facoltà da 60 posti, la direzione della scuola di specializzazione e 13 uffici direzionali e amministrativi.
Il recupero del complesso, che contribuisce in maniera determinante alla rivitalizzazione di una trascurata porzione del centro storico cittadino, è costato circa 17,242 milioni di euro, due milioni e mezzo dei quali utilizzati per gli arredi. Al suo finanziamento hanno contribuito il Ministero dell’Università e della Ricerca per 4,266 milioni, il Provveditorato interregionale alle Opere Pubbliche per quasi 2,584 milioni e la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena che vi ha concorso per oltre 10,3 milioni.
“Il completamento dei lavori sul San Geminiano – ha commentato il Rettore prof. Gian Carlo Pellacani – era uno degli obiettivi prioritari che mi ero posto durante il mio rettorato, in quanto avvertivo forte l’impegno di rispondere a non più derogabili esigenze di spazi che da anni angustiavano la facoltà di Giurisprudenza. Con l’acquisizione di questo edificio a finalità accademiche, come è stato per l’ex Foro Boario, per Sant’Eufemia, per il complesso XXVI Settembre, prende così visibilmente corpo la volontà di ancorare le attività umanistiche dell’Ateneo al cuore della città, andando a comporre un percorso storico-architettonico che consente la valorizzazione e la fruizione di spazi che, in epoche diverse, hanno segnato lo sviluppo della città. Parliamo di complessi significativi che, grazie allo sforzo economico dell’Università e di altri soggetti, vengono restituiti alla comunità, contribuendo all’arresto del degrado che ne aveva accompagnato il loro declino nel tempo. Sono certo che attraverso questo recupero, come degli altri che ricordavo, si è realizzata un’operazione culturalmente importante non solo per l’Ateneo, cresciuto notevolmente in questi anni per dimensione e popolazione, ma per l’intera città che trarrà sicuri benefici dalla nostra vivace presenza. Desidero in questa occasione ringraziare quanti si sono prodigati la ditta che ha eseguito i lavori e, in particolare, quanti hanno concorso al suo finanziamento, soprattutto la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena che ci è stata sempre vicino assecondandoci con generosità”.
La spesa edilizia iniziale prevista era di 13,340 milioni di euro, cui si sono aggiunti per una serie di intereventi non previsti resisi comunque necessari durante l’esecuzione dei lavori altre spese per 1,402 milioni.
“Il recupero del comparto San Geminiano si colloca tra gli interventi di maggior rilievo sinora promossi dalla Fondazione a favore dell’Ateneo – – ha commentato il presidente prof. Andrea Landi –; impegna infatti la nostra struttura dal 2001, anno della prima di una serie di delibere che hanno condotto a uno stanziamento complessivo di oltre 10,3 milioni di euro. La cifra copre, oltre alle opere di ristrutturazione, anche l’acquisto degli arredi. In questo caso specifico il recupero di un edificio situato nel centro della città, estremamente fruibile per la collettività, si coniuga a un’importante azione di riqualificazione del tessuto urbano e ad una successiva destinazione ad alto valore sociale, didattico e scientifico al tempo stesso, ovvero la realizzazione della nuova sede della Facoltà di Giurisprudenza. Oltre ad ospitare le attività universitarie specifiche dei singoli dipartimenti, nei nuovi spazi ci saranno anche luoghi condivisi e di aggregazione, come la mensa e i cortili. Grazie a questo intervento il centro storico assume una forte connotazione universitaria, con Lettere nel comparto Sant’Eufemia, Economia al Foro Boario, Giurisprudenza al San Geminiano. In una prospettiva di più lungo respiro, anche il Sant’Agostino – la cui valorizzazione sta impegnando direttamente la nostra struttura, in un percorso partecipato e condiviso con le istituzioni – si caratterizzerà per l’offerta di servizi culturali e formativi strutturati, connessi all’attività universitaria”.
Con riferimento al progetto si possono distinguere tre precise volumetrie di destinazione d’uso:
– la parte intorno al chiostro, rispettando la originaria tipologia ospedaliera ospita le attività didattiche, gli spazi aperti al pubblico e quelli di rappresentanza;
– il complesso del vecchio insediamento di veterinaria zootecnica su via Camatta verso San Geminiano, caratterizzato da ambienti più piccoli, destinato a diventare il centro amministrativo della facoltà;
– l’edificio delle antiche stalle, destinato ad ospitare la mensa ai piani terra e ammezzato, uno spazio studenti al primo piano.
I 3 settori sono tenuti saldamente insieme dal sistema dei percorsi, che permettono una facile fruizione del complesso da parte del pubblico.
L’approvazione del progetto di recupero del S. Geminiano conclude un iter avviato nel marzo 1999 con lo studio di fattibilità, iniziativa che si era resa possibile dopo che il 22 aprile 1999 il Ministero delle Finanze ha concesso in uso gratuito e perpetuo all’Ateneo le porzioni immobiliari dell’Istituto superiore di zootecnia e del Pio Istituto delle Orfanelle.