Una trentina di concerti in calendario, più di dieci comuni coinvolti, la consueta, imprevedibile diagonale stilistica che unisce generi apparentemente agli antipodi incrociandone le suggestioni e il dna sonoro.
Strade Blu anno settimo è partito lunedì scorso con l’unico concerto italiano di Bonnie Prince Billy e si concluderà a Faenza il 3 settembre, con il ritorno sulle scene della Blues Explosion di Jon Spencer. In mezzo, una scorribanda libera fra folk, blues, musica contemporanea,
rock d’autore e nuovo cantautorato. Quasi tutta gratuita. Tutta a spasso fra le colline e il mare di
Romagna.
«Il senso di questo percorso cominciato sette anni fa – spiega il
direttore artistico Antonio Gramentieri – è prima di tutto culturale e divulgativo. Vogliamo portare musiche particolari in luoghi particolari,
provando ad incrociare pubblici di generi diversi che altrimenti non si incontrerebbero. Invitando gli appassionati di certi suoni ad accostarsi
ad altri. La nostra idea di folk più che a un genere è legata un’attitudine. Tutti i suoni che amiamo sono in qualche modo vicini alla terra. Tuttavia parlare di folk e di terra oggi più che mai presuppone una riflessione critica sui concetti di Identità e di appartenenza, che stanno cambiando radicalmente. E la musica è un ottimo indicatore di queste identità mutanti».
Da un triennio Strade Blu è una rassegna sostenuta anche dall’assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna.
In programma, tra i tanti appuntamenti, anche produzioni originali e prime assolute, come l’opera multimediale “The Gilgames’ Tales” (17
luglio), realizzata in collaborazione con Santarcangelo dei Teatri e prodotta anche con il supporto della Regione Emilia-Romagna.
Ormai da anni gli spettatori di Strade Blu, a fine stagione, si contano nell’ordine delle decine di migliaia, e il Festival attira pubblico
spesso anche fuori dai confini nazionali.