Si continua a considerarli casi a se, dalla morte di un “macellaio” a Roma Carni al Caporalato e lavoro nero nei salumifici di Langhirano, tutto il settore delle carni è malato e si continua a considerarli un caso.
Non sarà un caso che giocando tutto sul costo del lavoro al minimo ribasso senza regole e diritti poi succedano fatti irreparabili come la morte di chi alla mattina si sveglia, saluta la propria famiglia, si reca a lavorare e invece di rientrare “come normale che sia” in questo settore dopo 13-14 ore di lavoro si determini un dramma familiare.
Appalti, subappalti, interi cicli produttivi destrutturati, mancanza di diritti, sottosalari, lavoro nero, salari in nero e sistemi di sicurezza inesistenti sono le formule magiche per la competitività.
E’ questa la “chirurgica liberizzazione del mondo del lavoro” come sostiene il Ministro Sacconi, l’unica cosa di chirurgico in questi casi sono gli interventi ospedalieri quando non ci scappa il morto.
E’ una situazione intollerabile più volte denunciata ma mai ascoltata, e troppe volte mascherata sotto gli aggettivi di “modernità” e “flessibilità”del lavoro.
Ora basta!!!
(Ivano Gualerzi, Segretario Regionale Flai Cgil Emilia Romagna)