Home Modena Per la scissione Atcm-Amo una spesa di 29 mila euro

Per la scissione Atcm-Amo una spesa di 29 mila euro

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“La scissione tra Atcm e Amo è stata necessaria per dare compimento alla riforma del trasporto pubblico della nostra provincia, deliberata con atto di indirizzo nell’ottobre 2007. Una legge regionale impone ai Comuni di lasciare in mano pubblica, all’Agenzia per la mobilità, i patrimoni delle aziende, anche per non porre barriere all’entrata di nuove aziende nella gestione. Le spese per l’operazione sono state complessivamente di circa 29mila euro”. Così l’assessore alla Mobilità Daniele Sitta ha risposto in Consiglio comunale all’interrogazione presentata da Dante Mazzi (Fi – Pdl) sulla scissione del patrimonio dell’Atcm.


Mazzi ha presentato la sua interrogazione facendo riferimento alla delibera sul rilancio del trasporto pubblico locale e avvio della gara per la selezione del partner di Atcm. “Atcm e Agenzia della Mobilità hanno attuato la scissione del patrimonio di Atcm”, ha detto Mazzi: “anziché prendere semplicemente atto di tale operazione, sarebbe stato preferibile che il Consiglio fosse stato informato preventivamente e in modo più dettagliato per approfondire e discutere opportunità, possibili alternative e convenienza economica e patrimoniale della scissione stessa. Desidero dunque conoscere le modalità di tale operazione di scissione con particolare riferimento alle variazioni patrimoniali nei bilanci di Atcm e Agenzia della Mobilità. Vorrei inoltre conoscere le singole voci di spesa, comprensive di incarichi, consulenze, imposte e oneri accessori, a carico di Atcm e Agenzia della Mobilità per attuare l’operazione di scissione”.
L’assessore Sitta ha precisato che “l’operazione è stata fatta a valori contabili: il patrimonio è stato stornato dal bilancio Atcm per una cifra di poco superiore agli 8 milioni di euro e ha incrementato in pari importo il bilancio dell’agenzia della Mobilità. I costi sono stati sostenuti per la parte maggiore dall’agenzia, alla quale faceva capo la responsabilità della scissione. Sono spese notarili, di redazione e trascrizione dell’atto e assistenza di uno studio di commercialisti. Nel dettaglio, ci sono state dalla parte di Amo spese notarili per 2394, e si preventivano altri 6300 euro per il verbale dell’ atto di scissione. Si sono poi sostenute spese di 12mila 500 euro come compenso ad uno studio di commercialisti nella realizzazione delle pratiche, per un totale di 21 mila 194 euro. Da parte di Atcm ci sono state spese notarili di 5429 euro e 2500 euro di spesa per la documentazione tecnica, per un totale di 7929 euro. In totale dunque la spesa sostenuta per la scissione ammonta a 29123 euro”.
Mazzi ha replicato: “per un patrimonio di questo importo pensavo le spese fossero molte di più. Mi aspettavo spese di trascrizione molto superiori. Penso che un’operazione di questo genere si potesse fare con l’intervento del governo per non avere spese aggiuntive. Certo, i costi non sono come supponevo, ma ci sono e impoveriscono i Comuni, arricchendo le casse dell’erario. Sono passaggi obbligati. E poi bisognerà vedere se queste condizioni resteranno le stesse con il nuovo gestore che vincerà la gara”.