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Consiglio provinciale modenese, linee strategiche per il TPL

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Consiglio provinciale modenese, linee strategiche per il TPLAttivare, tramite gli organismi preposti (in particolare Agenzia per la Mobilità e Tavolo Provinciale Permanente della Mobilità), un percorso di reale e concreto coinvolgimento delle amministrazioni locali nella definizione delle linee strategiche della nuova gara per l’affidamento del servizio di trasporto pubblico locale.

E’ quanto contenuto nell’Ordine del giorno approvato dal Consiglio provinciale nella seduta di martedì 29 aprile, presentato dal consigliere Riccardo Righi del gruppo Insieme per una nuova PROVINCIA.

In particolare, nel dispositivo discusso e approvato con i voti favorevoli del gruppo di maggioranza e l’astensione della minoranza, si impegna la Provincia di Modena e l’Agenzia della Mobilità, nell’ambito del consolidamento e in vista dell’approvazione, del Piano di Bacino Provinciale, a “definire, in collaborazione con i Comuni coinvolti dai tracciati ferroviari, una progettualità per il potenziamento delle linee ferroviarie provinciali (in particolare Modena-Carpi e Modena-Sassuolo) verso modelli di mobilità integrata, prevedendo l’eventuale realizzazione di una metropolitana di superficie, a definire un nuovo assetto delle fermate e della mobilità gomma-ferro nel territorio dell’Unione del Sorbara e sulla tratta ferroviaria Bologna – Modena e a sollecitare la Giunta Regionale a dar corso alla prevista “realizzazione di uno studio di fattibilità tecnico-economica per la creazione di una “Ferrovia Cispadana”, linea ferroviaria avrebbe il compito di collegare diverse città, tra cui Sassuolo, Reggio Emilia, Carpi, San Felice sul Panaro, Ferrara e Ravenna/Faenza fino a Rimini”.

Per il consigliere Riccardo Righi, che ha illustrato il documento, è necessario «chiedere con forza di avviare un percorso strategico e partecipato per costruire una mobilità pubblica davvero integrata, sostenibile e competitiva. Perché la qualità del trasporto pubblico non è solo un tema di infrastrutture e viabilità: è una questione di equità sociale, coesione territoriale e diritto alla mobilità. Serve più capillarità, più connessioni ferro-gomma, più investimenti nelle aree montane e nei comuni della bassa. Chiediamo alla Regione e al Governo di fare la propria parte, investendo risorse concrete nel trasporto pubblico e superando una volta per tutte il criterio della “spesa storica” che penalizza i nostri territori da anni. Serve – ha poi concluso Righi – un impegno collettivo, perché senza un adeguato trasporto pubblico non c’è sviluppo e non c’è futuro sostenibile». Inoltre, nel corso della discussione, il vice presidente della Provincia Massimo Paradisi ribadito che «il tema della mobilità sostenibile è un tema che attraversa tutta la Provincia: dalla bassa alla montagna, passando per la città e la fascia pedecollinare. Serve pensare ed investire su un sistema che accorci le distanze, realmente competitivo con l’auto. Trasporto pubblico ma anche mobilità ciclistica, in sicurezza, laddove le distanze lo consentano. Fare tutto questo non significa affatto distogliere energie dalle opere che interessano i grandi assi viari, sulla Statale 9 via Emilia ma anche si pensi alla tangenziale di Montale sulla Statale 12, ma pensare, in un’ottica moderna, ad un sistema integrato della mobilità che coniughi sviluppo e sostenibilità del territorio».

Nel corso del dibattito è intervenuta anche la consigliera Elisa Rossini del gruppo UNIAMOCI – Unione Modena Civica sottolineando che «si tratta di un ordine del giorno che affronta un tema che ci è particolarmente caro e ci trova sensibili rispetto a tematiche interessanti e condivisibili, pur contenendo elementi che non ci convincono, come ad esempio il riferimento ai Pums, strumenti di pianificazione della mobilità sostenibile che a nostro avviso non sono condivisibili né per i contenuti né per la loro attuazione (in particolare nei territori di Modena e Carpi), o il riferimento ad Amo, Agenzia per la Mobilità, che dono anni ha presentato un piano di fattibilità industriale estremamente approssimativo e irrealizzabile».

Anche il consigliere Stefano Venturini (del gruppo di minoranza UNIAMOCI – Unione Modena Civica) è intervenuto nel dibattito per ribadire «come il documento proposto non menzioni il tema della mobilità della bassa modenese, sul quale occorre una forte azione vi valorizzazione per la slavaguardia di alcuni settori strategici come il biomedicale e sul quale sia il trasporto su ferro che quello su gomma debbono essere potenziati»

Il testo, inoltre, impegna la Provincia e l’Agenzia della Mobilità a garantire che il prossimo piano industriale strategico, anche in vista del nuovo affidamento, contenga obiettivi ambiziosi e innovativi oltre che dare gli strumenti utili per condurre le opportune riflessioni e richieste ai livelli di governo superiori, tra cui l’incremento del livello dei servizi minimi, coerentemente con quanto previsto dai Piani Urbani di Mobilità Sostenibile (PUMS), il rafforzamento del sistema modenese intermodale (ferro-gomma) e il rafforzamento dell’azione congiunta con la Regione Emilia-Romagna presso il Governo Nazionale, per sollecitare l’incremento delle risorse destinate al Fondo Nazionale Trasporti.