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Sanità: dopo quattro mesi di attività, oltre 66.500 accessi ai Centri di assistenza urgenza dell’Emilia-Romagna

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Sanità: dopo quattro mesi di attività, oltre 66.500 accessi ai Centri di assistenza urgenza dell’Emilia-Romagna
foto Paolo Righi

66. 515 accessi in quattro mesi, dal 1^ novembre al 25 febbraio, che sfiorano gli 80.000 (esattamente 77.797) considerando anche Ferrara e provincia, prime a partire in via sperimentale.

Sono i numeri dei Centri di assistenza urgenza dell’Emilia-Romagna, costantemente monitorati dalla Regione per valutare l’andamento dell’attività su tutto il territorio, dopo il completamento della prima tranche di strutture, a cui se ne aggiungerà un’altra ventina lungo quest’anno.

Si confermano i tempi di attesa contenuti, in media 40 minuti nell’ultima settimana, e l’83% dei pazienti che riceve assistenza e cura in loco; continua ad essere l’orario diurno quello a maggior affluenza, con l’81% degli accessi che avviene tra le 8 e le 20, e la fascia di età più rappresentata è sempre quella tra i 18 e i 64 anni (68% dei casi). I cittadini mostrano di conoscere la ‘vocazione’ dei CAU, voluti dalla Regione per la gestione dei casi di bassa complessità continuando a mantenere in capo ai Pronto soccorso le emergenze: il 53% degli accessi è dovuto a problemi ortopedici o intestinali e a disturbi minori.

“I Centri di assistenza urgenza stanno funzionando bene, i cittadini iniziano a conoscerli e a utilizzarli nel modo giusto, cioè per patologie non gravi, dimostrando di aver compreso bene il motivo per cui sono nati- afferma l’assessore alle Politiche per la salute, Raffale Donini-Andiamo avanti con questo progetto innovativo, a cui altre Regioni stanno guardando con interesse. Tutto questo è possibile grazie alla buona organizzazione messa in campo e a tutti i professionisti coinvolti, mediamente molto giovani, dato che il 61% dei medici ha meno di 35 anni. Un dato che ci fa piacere e che dimostra che i CAU, oltre che un servizio apprezzato dai cittadini, sono anche un contesto professionale gradito alle nuove generazioni di professionisti sanitari”.

Sono 348 i medici che lavorano nei CAU, di cui 146 donne e 202 uomini; esattamente la metà, 174, sono specializzandi.

Dati 1^ novembre – 25 febbraio

Questi, in sintesi, i numeri dell’attività svolta dal 1^ novembre al 25 febbraio nei 30 CAU aperti e monitorati: 66.515 accessi (77.797 considerando anche quelli di Ferrara, i primi a partire in via sperimentale come ambulatori a bassa complessità), l’81% dei quali in orario diurno (comprese le strutture aperte solo di giorno); in media 16 accessi al giorno al mattino (dalle 8 alle 14) e 13 il pomeriggio (dalle 14 alle 20); variano invece da un minimo di 1 a un massimo di 31 gli accessi giornalieri in orario notturno (dalle 20 alle 8).

Più di 8 pazienti su 10 (esattamente l’83%) sono inviati al medico curante a conclusione del percorso, quindi con assistenza e cura prestata in loco; i tempi medi di attesa nell’ultima settimana di monitoraggio sono di 40 minuti, da un minimo di 5 minuti a un massimo di 1 ora e 49 minuti, e di circa 1 ora nelle settimane precedenti; casistica per la maggior parte (53%) ortopedica, gastro-intestinale e relativa a disturbi minori; il 68% degli accessi sono effettuati da persone tra i 18 e i 64 anni. Infine, il 61% dei medici che lavorano nei CAU ha meno di 35 anni.