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Flavescenza dorata, grazie a un emendamento la Commissione Bilancio della Camera istituisce un fondo per combattere i danni

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Flavescenza dorata, grazie a un emendamento la Commissione Bilancio della Camera istituisce un fondo per combattere i danniUn primo passo per far fronte a un problema reale e complesso, quello della flavescenza dorata, che minaccia i vitigni dell’Emilia-Romagna, insieme a quelli di altre regioni italiane. Ma non basta: le risorse nazionali, frutto di un emendamento, devono essere molte di più.

“È indubbiamente positivo che la Commissione Bilancio della Camera, grazie a un emendamento a firma dell’onorevole Stefano Vaccari del Partito Democratico, abbia approvato l’istituzione di un fondo, presso il ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, riservato ai danni provocati da questa  fitopatia che sta assumendo i contorni del flagello produttivo ed economico per i viticoltori dell’Emilia-Romagna e del Nord Italia, e che si sta estendendo in altre zone del Paese”, ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi.

La Regione Emilia-Romagna, dal canto proprio, ha istituto un tavolo di lavoro di prevenzione e controllo, coordinato dal Servizio Fitosanitario regionale, nel quale sono presenti i Consorzi del vino dell’Emilia e della Romagna, oltre alle associazioni rappresentanti delle imprese agricole e agroalimentari.

“Nel frattempo- prosegue Mammi- abbiamo messo in bilancio due milioni di euro di risorse per la ricerca in ambito vegetale. Ma servono risorse nazionali, soprattutto per le aziende costrette a estirpare i vigneti per debellare la fitopatia e, quindi, procedere al reimpianto”.

Le risorse nazionali concesse tramite l’emendamento – 1,5 milioni di euro per il 2023 e 2 milioni per il 2024 – , di entità peraltro minore rispetto a quanto richiesto in origine, sono dunque da considerarsi “un primo passo necessario per un problema reale e complesso. Chiederemo al Governo- conclude l’assessore- che incrementi queste risorse, magari utilizzando quelle già previste per la sovranità alimentare nella Legge di Stabilità. Si tratta, intanto, di una prima risposta che ha bisogno di essere incrementata, perché affronta un problema che ormai riguarda una parte consistente del territorio nazionale”.