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Green Pass, Confesercenti Modena: “I nostri imprenditori non possono trasformarsi in vigilantes”

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Green Pass, Confesercenti Modena: “I nostri imprenditori non possono trasformarsi in vigilantes”Così Confesercenti Modena interviene sul recente Decreto Covid “La nostra Associazione Nazionale ha già scritto al Governo per sollecitare un tavolo tecnico di confronto con le associazioni che rappresentano le imprese interessate dalle limitazioni. Sono necessari correttivi urgenti e chiarimenti sulle modalità di controllo, prima dell’entrata in vigore dell’obbligo”.

Un provvedimento secondo Confesercenti che attualmente appare ingiustamente punitivo per le imprese, che non solo devono sostenere l’onere organizzativo ed economico del controllo, ma anche assumersi responsabilità legali che non competono loro.

Pur condividendo l’esigenza di accelerare l’adesione alla campagna vaccinale, sostiene Marvj Rosselli, direttore provinciale Confesercenti – non possiamo accettare che la collaborazione delle imprese diventi un’assunzione eccessiva di responsabilità e un caos organizzativo, anche considerando che il green pass è comunque una forte limitazione dell’attività economica, che andrà adeguatamente indennizzata. Restano, inoltre, delle incongruenze incomprensibili: ad esempio l’estensione dell’obbligo anche alle fiere e alle sagre all’aperto, immotivata poiché notoriamente il pericolo di contagio all’aria aperta è minore; altrettanto ingiusta l’insufficienza del green pass per riaprire le discoteche a chi ne è dotato”.

Sulla questione interviene anche Catia Fornari, Presidente Provinciale Fiepet Confesercenti Modena: “Le nostre imprese hanno ripreso a lavorare a pieno regime da poco più di un mese e già si ricomincia con le restrizioni. Siamo inoltre molto preoccupati  – conclude Fornari – che la richiesta di verifica della certificazione e un eventuale diniego all’accesso possa generare conflitti e tensioni con la clientela, in particolare da parte di chi dovesse pretendere, in sfida alle nuove norme, di entrare comunque nei locali: in questi casi verrebbe messa a rischio la sicurezza dell’esercizio e l’incolumità degli esercenti, chiamati ad un compito di “polizia” che non possono davvero svolgere”.