I Finanzieri del Comando Provinciale di Modena, nell’ambito delle quotidiane attività di servizio finalizzate a contrastare l’indebito accesso a prestazioni assistenziali e a misure di sostegno al reddito, hanno individuato, in sinergia e collaborazione con l’INPS, 6 soggetti residenti nella provincia di Modena che hanno percepito il Reddito di Cittadinanza nonostante sottoposti a condanne per taluni delitti o avessero in corso di esecuzione misure cautelari personali.
Difatti la normativa che ha istituito il reddito di cittadinanza (il Decreto Legge n.4/2019 convertito con modificazioni dalla Legge n. 26/2019) prevede tra le cause ostative alla percezione del beneficio l’aver subito condanne nei precedenti dieci anni o l’essere sottoposto a misure cautelari personali.
I militari della Compagnia di Sassuolo e della Tenenza di Vignola, nello specifico, hanno accertato, a seguito della verifica tra quanto dichiarato dai 6 soggetti nelle domande di richiesta della misura di sostegno al reddito ed i dati presenti nelle banche dati in uso al Corpo, che 2 soggetti (un italiano ed un soggetto extracomunitario) avevano omesso di comunicare di essere sottoposti alla misura degli arresti domiciliari.
In altri 4 casi i soggetti richiedenti (3 italiani ed un extracomunitario) si erano “dimenticati” di indicare nella domanda di accesso alla prestazione sociale le precedenti condanne. Inoltre, uno dei 4 soggetti, di origine foggiana, era gravato anche dall’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni.
I 6 soggetti responsabili, ai sensi dell’articolo 7 della norma istitutiva del Reddito di Cittadinanza, sono stati deferiti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Modena, e ora rischiano condanne fino ad un massimo di sei anni. Contestualmente sono stati anche segnalati al competente ufficio dell’INPS che provvederà a revocare, con effetto retroattivo, il beneficio ed a recuperare i quasi 39.000 euro indebitamente percepiti a partire dal 2019.
L’operazione delle Fiamme Gialle modenesi conferma l’impegno del Corpo nella tutela della spesa pubblica e, in particolare, nell’azione di contrasto di quei fenomeni illeciti che comportano la distrazione di risorse da impiegare a favore di quei cittadini che versano davvero, a maggior ragione in un periodo così delicato, in condizioni di grave difficoltà economica.