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Si ferma in regione la crescita dell’occupazione

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Si intravedono i primi segnali dal mercato del lavoro nel periodo che comprende il mese di marzo. Come emerge dall’elaborazione dei dati Istat realizzata dall’ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna, in regione al termine del primo trimestre 2020 gli occupati sono risultati poco più di 2 milioni e 15mila con una lievissima flessione (-0,1 per cento) sullo stesso trimestre dell’anno precedente. Nello stesso tempo, i disoccupati sono scesi a quota 117.936 (-10,2 per cento), con una riduzione del tasso di disoccupazione dal 6,1 al 5,5 per cento.

Un primo riscontro dell’effetto della pandemia sul mercato del lavoro è la riduzione delle forze di lavoro (-0,7 per cento) e dall’aumento delle non forze di lavoro (+0,9 per cento).

Questi movimenti vanno in senso opposto alla tendenza dominante in precedenza e colgono l’uscita dal mercato del lavoro imposta dal lock-down ad alcune categorie di lavoratori, che nelle non forze di lavoro risultano non disponibili a lavorare.

L’andamento dell’occupazione è assai differenziato nei principali settori economici.

Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, l’occupazione in agricoltura è schizzata all’insù del 22,7 per cento e ha toccato quota 83 mila. Invece, nell’industria ha fatto un deciso passo indietro a quota 524.486 (-4,6 per cento), interrompendo una serie positiva in corso da otto trimestri. Dopo due ampi contraccolpi negativi, l’occupazione delle costruzioni è risalita a quota 116.698 (+3,4 per cento). Nell’insieme dei servizi l’occupazione ha continuato a fare registrare una serie di risultati positivi e negativi, con una tendenza complessiva moderatamente positiva e nel trimestre è aumentata dello 0,3 per cento e ha raggiunto 1.289.912 unità. Ma nei settori del commercio e dell’alberghiero e ristorazione è proseguita una tendenza negativa da cinque trimestri che nei primi tre mesi del 2020 è stata del -6,4 per cento con una riduzione degli occupati a 360.927 addetti, che è stata più che controbilanciata da un aumento del 3,2 per cento dell’occupazione negli altri settori dei servizi, ove operano 928.985 persone.

Nel trimestre, prosegue la discesa del tasso di disoccupazione che si è ridotto dal 6,1 per cento del primo trimestre 2019 al 5,5 per cento dello stesso trimestre del 2020.

La media degli ultimi dodici mesi.

Al di là delle ampie oscillazioni stagionali, accentuate dalla pandemia, da aprile 2019 a marzo 2020, l’occupazione è aumentata, nonostante tutto, salendo a 2milioni 32mila unità, con un incremento dello 0,7 per cento rispetto alla media dello stesso periodo precedente.

Le dinamiche appaiono fortemente differenziate tra i settori. L’occupazione in agricoltura è salita dell’8,4 per cento e nella media degli ultimi dodici mesi ammonta a 76.109 unità, nell’industria ha raggiunto quota 546.888 (+0,9 per cento), nelle costruzioni è scesa (-3,4 per cento) a quota 105.575. Nel complesso dei servizi l’occupazione è aumentata dello 0,6 per cento e ha raggiunto 1.303.536 unità. Questo risultato è però effetto della compensazione tra una pesante riduzione nei settori del commercio e dell’alberghiero e ristorazione (-5,5 per cento), che occupano 376.339 addetti, più che controbilanciata da un aumento del 3,4 per cento negli altri settori dei servizi, ove operano 927.197 persone.

Sempre considerando gli ultimi dodici mesi, il tasso di disoccupazione prosegue la discesa riavviata dal primo trimestre 2018 e si è ridotto al 5,4 per cento alla fine dello scorso marzo, il minimo rilevato dal primo trimestre 2012.