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Parte dall’Emilia-Romagna la lotta biologica contro la cimice asiatica

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È piccolissima e già presente in regione, non è pericolosa per l’uomo e neanche per gli animali o le api, si ciba di polline e non punge, il suo unico nemico è la cimice asiatica, il pericoloso parassita che da tempo danneggia le produzioni frutticole della regione e del nord Italia. Il Trissolcus japonicus, più comunemente noto come vespa samurai, è il grande alleato degli agricoltori nella lotta biologica alla cimice asiatica che ha ufficialmente preso il via questa mattina con il primo lancio nelle campagne modenesi.

All’inaugurazione del progetto, presente anche l’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi: “E’ in assoluto la prima iniziativa di lotta biologica così radicale, Trissolcus japonicus è l’antagonista naturale che storicamente riequilibra la presenza della cimice asiatica negli ecosistemi e abbiamo quindi valide ragioni per ipotizzare buoni risultati. Dietro alla lotta biologica che parte concretamente oggi c’è un complesso lavoro amministrativo e normativo che, assieme al presidente Bonaccini, abbiamo seguito con grande attenzione, oltre a mesi di studi portati avanti dai consorzi fitosanitari e dal servizio fitosanitario regionale che ringrazio per il prezioso lavoro svolto. Naturalmente si tratta di una sperimentazione per la quale serve tempo, ma abbiamo tutti i motivi per credere che sia uno strumento di azione valido”.

Le prime 110 vespe samurai, di cui 100 esemplari femmina e 10 maschio, sono state liberate a Campogalliano nei pressi di una siepe naturale di proprietà privata, adiacente ai frutteti di un imprenditore associato Coldiretti, coperti con reti monoblocco. L’obiettivo per il 2020 è un insediamento diffuso e veloce, che dovrà comunque essere affiancato da difesa attiva e passiva.

“Oltre alla lotta biologica vanno avanti anche gli interventi di carattere chimico per limitare la presenza della cimice asiatica e gli investimenti sui sistemi di difesa come le reti anti cimice- continua Mammi.  Un investimento di 9 milioni di euro sull’ultimo bando del Programma di sviluppo rurale che ha finanziato le reti, infatti, ha permesso di accogliere tutte le richieste pervenute. Infine, stiamo continuando a raccogliere le domande per riconoscere, entro settembre-ottobre 2020, gli indennizzi per coloro che hanno subito i danni della cimice asiatica nel corso del 2019”.

Il programma regionale dei lanci

Il piano regionale di contrasto alla cimice asiatica è stato autorizzato dal ministero dell’Ambiente ed è basato su uno studio scientifico del rischio durato due anni e sviluppato dal Consiglio per la ricerca in agricoltura (Crea-DC).

Il progetto in regione conta 300 siti indicati da un apposito cartello e distribuiti lungo i corridoi ecologici (siepi, aree verdi, boschetti, ecc) dove la vespina samurai non è disturbata e dove il parassita depone le sue uova.

Ogni punto prevede due lanci, verso la metà di giugno e la metà di luglio, in corrispondenza con i due picchi di ovature della cimice. Ogni volta vengono liberati 100 esemplari adulti femmina e 10 adulti maschio, tanti i monitoraggi entomologici da fare prima e dopo il lancio per verificare l’avvenuto insediamento.

Una lotta al parassita che lo scorso anno, nella nostra regione, ha provocato ingenti danni alle coltivazioni che quest’anno dovranno essere comunque difese con reti anti cimice e con il controllo integrato e biologico dal momento che i risultati dell’immissione della vespina e l’auspicato riequilibrio ambientale della cimice potranno essere valutati nei prossimi anni.