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Coronavirus, campagna di screening sierologico, il 29 maggio si parte anche a Rimini

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Dopo Piacenza, arriva anche a Rimini la campagna di screening sierologico voluta dalla Regione Emilia-Romagna per valutare la diffusione del virus nelle aree più colpite del territorio.

I test rapidi saranno effettuati da venerdì 29 maggio in 10 punti prelievo dell’Azienda sanitaria distribuiti sul territorio provinciale; circa 57 mila i cittadini residenti interessati, che saranno contattati direttamente dall’Ausl Romagna.

“Andiamo avanti con il programma di screening sulla popolazione che abbiamo voluto mettere in campo per verificare la diffusione del virus a Piacenza, Rimini e Medicina, le tre aree del nostro territorio che sono state maggiormente colpite dall’epidemia- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Anche in questo caso si tratta di una chiamata attiva, pertanto i residenti che fanno parte del programma saranno direttamente contattati dall’Azienda sanitaria. Se il test darà esito positivo, rientreranno nel percorso previsto, che prevede come passo successivo l’effettuazione di un tampone nasofaringeo. Naturalmente- aggiunge l’assessore- l’adesione è volontaria, ma è inutile dire che viene fatta nell’interesse dell’intera comunità e riveste un’indubbia importanza, a maggior ragione in questa fase di graduale ritorno alla normalità”.

Come funzionano i test sierologici

I test sierologici, che saranno effettuati con prelievo venoso, consentono di capire se la persona ha avuto contatti con il virus attraverso la presenza degli anticorpi. Se il risultato è positivo, si procede con l’effettuazione del tampone per verificare se la malattia è attualmente in corso; se anche il tampone risulta positivo, viene attivata la presa in carico che contempla l’osservazione, l’isolamento del paziente e l’eventuale terapia. Se invece il tampone ha esito negativo, non vi sono ulteriori adempimenti.

Chi rientra nello screening

Nel caso di Rimini, i 57mila residenti in provincia sottoposti allo screening – che è sempre su base volontaria – sono stati individuati nelle scorse settimane dalla Direzione sanitaria dell’Ausl Romagna tra coloro che hanno avuto maggiori occasioni di contatto con persone positive o, in generale, con l’infezione. Tra essi rientrano, in particolare, i pazienti Covid 19 guariti e tutti quelli che sono stati messi in isolamento fiduciario a seguito delle indagini epidemiologiche senza essere sottoposti a tampone perché asintomatici. Inoltre, tra i 57mila cittadini sarà testato anche un campione di persone selezionate in maniera random, stratificate per sesso, età e residenza in provincia. Dopo questo primo campione di residenti si valuterà l’ampliamento della ricerca ad altri strati di popolazione.