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Coronavirus: la situazione aggiornata dell’AOU di Modena

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Il grafico illustra l’andamento dei volumi di pazienti COVID positivi ricoverati presso i due stabilimenti dell’Azienda Ospedaliero Universitaria. Prosegue una progressiva diminuzione dei casi, dopo il picco registrato a fine marzo. I casi COVID accertati ricoverati si sono mantenuti stabili negli ultimi giorni, con una parallela diminuzione dei pazienti ricoverati in Terapia Intensiva.

La situazione di stamattina vede nel complesso ricoverati in Azienda Ospedaliero -Universitaria 58 pazienti COVID positivi: 21 all’Ospedale Civile e 37 al Policlinico. Di questi, sono in terapia intensiva 16 pazienti, dei quali 2 nella terapia intensiva del Policlinico di Modena e 14 presso l’Ospedale Civile, e 2 pazienti in sub intensiva al Policlinico. In degenza ordinaria sono seguiti 40 pazienti, 7 all’Ospedale Civile di Baggiovara e 33 al Policlinico.

LA RIORGANIZZAZIONE DELLE MEDICINE

Prof. Antonello Pietrangelo, Direttore del Dipartimento di Medicina Interna Generale, d’Urgenza e post-Acuzie

In queste settimane abbiamo lavorato per preparare quella che possiamo chiamare la Fase 2 degli ospedali. Con la riapertura progressiva delle strutture diventa fondamentale il filtro all’ingresso che deve intercettare pazienti positivi e sospetti per indirizzarli nei percorsi più adeguati.

I Pronto Soccorso dei due ospedali svolgono l’importante compito di screening e filtro. I pazienti che all’ingresso manifestano i sintomi e segni della malattia Covid-19 vengono ricoverati direttamente in Malattie Infettive. Tutti gli altri pazienti ricoverati dal Pronto Soccorso vengo inviati nell’area filtro in attesa dell’esito del tampone. Se l’esito del tampone è positivo i pazienti sono inviati nelle Aree COVID delle Medicine, se negativo sono trasferiti nei reparti competenti per la patologia che ha condotto al ricovero.

Proprio per gestire al meglio questi percorsi sono stati decisi alcuni trasferimenti e accorpamenti di degenze che verranno portati a termine nelle prossime settimane. Tra questi spostamenti è da segnalare lo “scambio” tra la Medicina Post- Acuzie – oggi al Padiglione Beccaria – e le Malattie dell’Apparato Respiratorio – oggi al V piano del Policlinico. Questo doppio spostamento consentirà la riattivazione della Unità di Terapia Subintensiva Respiratoria, prima collocata al primo piano del corpo centrale, nei locali oggi occupati dalla Terapia Intensiva dedicata ai pazienti COVID. La necessità di porre “in quarantena” i pazienti della Medicina Post- Acuzie ha accelerato un trasferimento, già previsto, che consideriamo di concludere entro il mese di maggio.

Le aree filtro per lo stabilimento Policlinico saranno attive presso il 3° piano, con 17 posti letto utilizzabili, e successivamente presso il 1 piano con altri 24 posti disponibili.

Verranno mantenute, fino a decremento ulteriore dei pazienti COVID positivi ricoverati, anche alcune aree dei reparti internistici che potranno gestire questi pazienti. A regime, lo stabilimento Policlinico diventerà COVID free e l’unico settore dedicato alla degenza dei pazienti COVID sarà presso la palazzina di Malattie Infettive.

Stesso tipo di percorso con individuazione di aree filtro verrà attivato presso l’Ospedale Civile di Baggiovara, che a regime non dovrebbe essere più sede di ricovero per pazienti COVID-19.

Nonostante tutte queste misure volte a prevenire la presenza pazienti con Sars-CoV 2 nei reparti di ricovero non dedicati, può capitare, purtroppo, che un paziente asintomatico e con uno o più tamponi negativi possa risultare in seguito positivo. È infatti un caso infrequente ma possibile che la presenza di una bassa carica virale possa non essere sempre rilevata dai metodi diagnostici. È quanto successo ad esempio nei giorni scorsi in Medicina Post-Acuzie evento che è stato individuato effettuando un secondo tampone di controllo propedeutico ad un eventuale trasferimento in struttura esterna, ad un paziente positivo che non era risultato tale ai tamponi precedenti

Per concludere è importante ricordare che in questo contesto epidemiologico è possibile che, nonostante tutti i controlli all’accesso, e i protocolli adottati il caso di positività possa manifestarsi in un paziente o in un operatore. Noi siamo pronti a gestire questi casi con la massima tempestività come accaduto per l’evento della Medicina Post-Acuzie.

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Dott. Athos Borghi, Direttore Medicina Post-Acuzie del Policlinico

La Medicina Post-Acuzie si rivolge a quei pazienti che, terminata la fase acuta di malattia, necessitano di rimanere ancora ricoverati in ospedale per completare il proprio piano di cure. Il nostro compito è quello di adottare il miglior approccio clinico in relazione alla tipologia dei pazienti, anche tenendo conto che dovrà essere programmato e gestito al meglio il ritorno a casa.

Per questo motivo, pur nella generale riduzione delle attività, l’MPA non si è mai fermata, applicando tutti i protocolli di sicurezza previsti per contenere il contagio.

Purtroppo, come è già stato comunicato, nei giorni scorsi un paziente di 92 anni, già ricoverato in un reparto internistico e mai risultato positivo al Sars Cov 2, è stato trasferito in Medicina Post Acuzie del Policlinico per completare il suo periodo di ricovero. Il paziente, ad un successivo controllo ai fini di un eventuale trasferimento, è risultato positivo al tampone.

Successivamente al riscontro della positività, come da prassi, è stato tempestivamente avviato un approfondimento epidemiologico sui contatti stretti che ha portato all’individuazione di altri due pazienti positivi, suoi compagni di stanza. Per ulteriore cautela lo screening – che periodicamente si esegue nei reparti proprio al fine di ridurre il rischio di contagio – è stato immediatamente esteso a tutti i pazienti presenti.

In totale sono risultati positivi al tampone 7 pazienti. Per due di questi si tratta di una ripositivizzazione: ciò significa che, pur avendo avuto in precedenza coronavirus, seguita poi da due tamponi negativi effettuati dopo la guarigione clinica, sono state riscontrate tracce di RNA virale nelle mucose, in quantità tale da non poter affermare che si tratti di una ricaduta della malattia. Sono state comunque adottate per tutti i pazienti le misure previste e il trasferimento in reparto Covid.

Due dei sette pazienti, già affetti da patologie croniche di grave entità, sono purtroppo deceduti – cinque giorni dopo – per cause correlate verosimilmente allo stato di malattia preesistente. Gli altri pazienti sono in condizioni stabili compatibilmente con le loro patologie pregresse e non presentano peggioramenti riconducibili alla infezione Sars CoV 2.

Per concludere è fondamentale ricordare che i pazienti che al momento sono in isolamento vengono comunque seguiti al meglio anche per le patologie per cui erano stati ricoverati in Medicina Post-Acuzie.