Lunedì prossimo potranno ripartire negozi, parrucchieri e ristoranti, affidando la responsabilità di questo anticipo nelle mani dei governatori. Dopo due mesi di chiusura e con linee guida arrivate alla spicciolata inizia la fase più delicata dalla fine del lockdown.
Stando ai protocolli dell’Inail e del Comitato tecnico-scientifico queste saranno le condizioni da rispettare in particolare per i ristoratori che intendono provare a ripartire.
Privilegiare gli spazi aperti a quelli chiusi, considerando quattro metri quadrati per ogni cliente e due metri da un tavolo e l’altro.
Stabilire un limite di capienza predeterminato che costringerà gli esercenti a dividere la superficie di esercizio per i quattro metri quadri a testa.
Obbligo di mascherina chirurgica e guanti in nitrile per il personale di cucina.
(Le temperature che si raggiungono ai fornelli in estate non saranno un dettaglio da poco)
Mascherine obbligatorie anche al personale di sala.
(Questo di certo sarà di grande aiuto a non dimenticarsi che siamo a cena ai tempi del virus).
Mascherine indossate anche per i clienti in fila (ordinata) alla cassa o per andare in bagno.
Dispenser di gel igienizzante sia agli ingressi del locale che nei bagni e nella zona casse.
(Pagheremo a una persona con maschera dietro a un plexiglas come in stazione).
Dimentichiamoci il buffet, gli aperitivi in piedi appoggiati al bancone, i menù di carta e la scelta del locale all’ultimo momento.
Per poterci sedere in più di due a un tavolo diminuendo così la distanza obbligatoria (nel caso di una famiglia ad esempio) usciremo a cena con l’autocertificazione. In questo modo solleveremo dalla responsabilità i gestori.
Attrezziamoci con carte contactless e sistemi di pagamento digitali, per il contante questa volta non vale il motto latino: Pecunia non olet.
Per i veri problemi della ristorazione, non contenuti nei decreti vi consiglio la visione della mia intervista all’imprenditore Angelo Calvello (Zona Merci Sassuolo – Zm food Sassuolo – GOOD Zm Maranello) sulla pagina facebook di questo giornale.
Claudio Corrado