I Finanzieri del Comando Provinciale di Modena hanno in corso di esecuzione una misura di prevenzione patrimoniale prevista dal cosiddetto “codice antimafia” emessa dal Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bologna che, in accoglimento di analoga richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica di Modena, ha disposto il sequestro di beni immobili, mobili, mobili registrati e disponibilità finanziarie (intestati a anche terzi), per un valore di oltre un milione di euro, riconducibili ad un imprenditore 72enne originario della provincia di Reggio Emilia – formalmente residente in Romania – ma di fatto dimorante a Sassuolo.
Le indagini patrimoniali svolte dai finanzieri della Compagnia di Sassuolo hanno evidenziato una reiterata propensione a delinquere del soggetto proposto, tale da fargli assumere la veste di cosiddetto “grande evasore”, circostanza emersa e rilevata dai numerosi procedimenti penali in carico allo stesso.
La storia criminale del 72enne inizia già verso la fine degli anni ’70 /primi anni ‘80, per poi protrarsi, quasi senza soluzione di continuità, e dopo diverse condanne per bancarotta ed altri reati finanziari intervenute negli anni ’90 e 2000, fino all’ennesima condanna per reati tributari nel maggio del 2019. In particolare, gli accertamenti svolti, da un lato hanno permesso di rilevare come il soggetto destinatario del provvedimento, nel corso degli anni si sia reso responsabile di diverse condotte penalmente rilevanti in tema di reati fallimentari e schemi fraudolenti in danno dell’erario, dall’altro hanno consentito di evidenziare una palese “sproporzione” tra i redditi dichiarati negli anni e la consistenza patrimoniale accumulata e ricostruita, quest’ultima rappresentata, tra l’altro, da beni immobili intestati alla moglie ed al figlio ma riconducibili allo stesso.
Le attività illecite poste in essere in circa quaranta anni, avevano consentito all’uomo un tenore di vita ben più elevato rispetto ai propri redditi dichiarati, tali da consentirgli nel lungo periodo delinquenziale l’acquisto – anche attraverso intestazioni fittizie – di una Ferrari e di un’imbarcazione da diporto, oltre che l’acquisizione di diversi immobili ed investimenti finanziari ed assicurativi.
Più in dettaglio, le investigazioni patrimoniali svolte, allargate anche al nucleo familiare del proposto, hanno consentito di appurare una sproporzione tra redditi dichiarati e patrimonio effettivo per circa 7 milioni di euro, evidenziando, tra l’altro, che in talune annualità il prevenuto dichiarava redditi al di sotto della soglia di povertà e quindi al limite della sopravvivenza; parallelamente, le frodi in danno dell’erario commesse negli anni hanno fatto “collezionare” in capo al proposto un debito per oltre 12 milioni di Euro, mai saldato.