Lunghi applausi e sirene spiegate per dire grazie e sottolineare “Noi ci siamo e ci saremo”. In 50 piazzali antistanti gli ospedali di tutta l’Emilia-Romagna, da Piacenza a Rimini, funzionari, dipendenti e volontari dell’Agenzia di protezione civile regionale si sono ritrovati, fermando per un attimo le loro attività quotidiane, per un flash mob dedicato a tutti coloro che sono impegnati a gestire e superare l’emergenza legata alla pandemia di coronavirus. Un messaggio duplice di gratitudine e sostegno rivolto a quanti si stanno adoperando, giorno dopo giorno, per supportare il sistema sanitario e le amministrazioni comunali.
Hanno voluto essere presenti anche gli assessori regionali alla Protezione civile, Irene Priolo, e alla Sanità, Raffaele Donini, che si sono recati a Piacenza, la città che ha avuto il fronte più caldo e dove si sono fatti gli sforzi maggiori. In mattinata l’assessore Priolo, insieme al sindaco di Podenzano, Alessandro Piva, e alle altre autorità militari e civili locali, ha visitato la struttura messa a disposizione dalla Difesa a S. Polo di Podenzano per accogliere i pazienti post Covid-19 in via di guarigione che devono rimanere in isolamento. Disponibili per ora 40 posti letto che potrebbero essere raddoppiati in caso di necessità. Nel corso dell’incontro avvenuto con la sindaca di Piacenza, Patrizia Barbieri, per sincerarsi della situazione, l’assessore Priolo ha annunciato che “la prossima settimana Amazon donerà 100mila mascherine al territorio piacentino, che verranno distribuite ai comuni dalla Protezione civile come fatto in occasione di quelle donate dalla Regione Emilia-Romagna”.
“Essere a Piacenza per ringraziare il personale sanitario e vederli durante il flash mob mentre suonavano le sirene è stato commovente- ha commentato Priolo-. Lo sforzo che stanno compiendo meritava il nostro plauso. Fino ad oggi ci siamo stati e continueremo a dare tutti il nostro supporto. Nelle retrovie, in silenzio, ma presenti. Colgo, quindi, l’occasione per ringraziare anche tutto il personale del dipartimento e i tantissimi volontari”.
Medici, infermieri da una parte e personale della protezione civile dall’altra si sono guardati a distanza di sicurezza, abbracciati idealmente e poi lasciati per tornare a lavorare. I primi nelle corsie, i secondi sul territorio per continuare a organizzare e gestire le forniture di beni e servizi sanitari, affiancare le imprese riconvertite per produrre materiale sanitario e i servizi comunali del territorio, per stare vicini ai cittadini.