Per curare la mente si deve anche dare grande importanza al corpo, al suo benessere e in particolare a ciò che si mangia. Da questa consapevolezza, oggi in parte dimenticata, è nata un’ampia sperimentazione triennale condotta a Bologna da un gruppo di associazioni di familiari legate alla salute mentale, assieme con il Dipartimento di Salute Mentale dell’AUSL.
Gli incoraggianti risultati raggiunti dalla ricerca, che ha visto coinvolte più di 300 persone in convegni, attività di formazione e di pratica, hanno ispirato un volume ‐ arrivato in libreria da pochi giorni – accattivante, unico nel suo genere e di facile lettura, che esamina il rapporto tra salute mentale e alimentazione, giungendo a conclusioni in qualche modo rivoluzionarie perché il cibo non è mai stato preso in considerazione in ambito psichiatrico. La novità principale in esso contenuta è che grazie ad un’alimentazione controllata è possibile limitare gli effetti collaterali arrecati dall’uso dei farmaci ma anche ridurre l’assunzione degli psicofarmaci perché una corretta nutrizione porta enormi miglioramenti per quanto riguarda il sonno, la depressione, l’irrequietezza, il sovrappeso e una quantità di altri disturbi.
Attraverso i suggerimenti forniti dall’autrice Marie-Françoise Delatour e l’aiuto di pratico ricettario, si può quindi accrescere la qualità di vita dei pazienti che vivono in famiglia o nelle strutture, invogliandoli a riappropriarsi della cura di se stessi e del loro aspetto (spesso causa di stigma e autostigma), nella speranza che acquisire una maggiore serenità migliori il rapporto con i propri cari e la prospettiva torni a essere quella dell’integrazione nella società.
Quanto sia stato importante il progetto di ricerca da cui è nato questo volume, lo sintetizza nella Prefazione il direttore del Dipartimento di Salute Mentale/Dipendenze Patologiche della Ausl di Bologna Angelo Fioritti: “Alimentazione e Salute Mentale dal 2016 ha promosso corsi di formazione, sperimentazione con utenti che vivono in famiglia, seminari di approfondimento e sperimentazioni presso le residenze socio-‐sanitarie. Il contenuto di questo libro è fondamentalmente basato sul sapere accumulato in questo percorso che ha coinvolto centinaia di utenti, familiari e operatori. Esiste un bisogno di riunificare la cura della salute mentale con quella della salute fisica, di ricollegare mente e corpo, di recuperare una visione unitaria dell’essere umano e di non frammentarlo tra decine di specialisti in disarmonia tra di loro.”
L’AUTRICE: Marie-Françoise Delatour è nata in Francia nel 1947 e dal 1971 vive in Italia. Di formazione scientifica, ha lavorato per più di vent’anni come dirigente della Pubblica Amministrazione a livello regionale. Avendo accompagnato in prima persona il disagio di un figlio, oggi è presidente dell’associazione “Cercare Oltre - sinergie per la Salute Mentale” e dal 2016 è presidente del Cufo (Comitato Utenti, Familiari ed Operatori) del Dipartimento di Salute Mentale dell’Ausl di Bologna, che raggruppa 34 associazioni bolognesi ed è un importante consesso che, partendo dalle esperienze dirette, si relaziona col mondo scientifico e medico per contribuire al miglioramento dei servizi e delle terapie. Lei stessa, nella Presentazione, vista la sua esperienza diretta di familiare, trasmette al lettore tutta la fatica vissuta nel corso di molti anni nel tentativo continuo e coraggioso di trovare nuove modalità per alleviare i cosiddetti sintomi secondari: “Era evidente a tutti noi, utenti, familiari e operatori, che le persone affette da problemi di salute mentale soffrissero frequentemente anche di disturbi fisici legati all’alimentazione e all’utilizzo di psicofarmaci: intossicazioni, obesità, diabete, problemi vascolari e altri. Capita ancora, troppo spesso, che questi disturbi fisici vengano quasi considerati come “secondari”, come inevitabili, mentre in realtà contribuiscono a rafforzare la depressione il senso di impotenza, la mancanza di autostima e la perdita di speranza.”