Una squadra (cinque uomini) anziché due a Modena, una sola autoscala per tutta la provincia (fino a qualche anno fa erano tre), sedi di distaccamenti fatiscenti (Carpi, Sassuolo e Vignola).
Non ci sono soltanto motivi nazionali alla base della protesta dei sindacati confederali dei vigili del fuoco, che hanno proclamato quattro scioperi generali. Il primo è in programma dopodomani – giovedì 21 novembre (ore 16-20). I successivi si tengono lunedì 2 dicembre (ore 10-14), giovedì 12 dicembre (ore 16-20) e sabato 21 dicembre (dalle 10 alle 14). Durante l’astensione dal lavoro sarà in ogni caso garantita l’attività di soccorso tecnico urgente alla popolazione.
«La nostra situazione è a dir poco paradossale – denuncia il segretario territoriale della Fns Cisl di Modena Stefano Venturini – Il sottorganico è ormai cronico: a Modena c’è una squadra (cinque uomini) anziché due, mentre il distaccamento di Carpi, che dovrebbe avere sette unità, ne ha costantemente solo cinque in attivo. La mancanza di personale è un fenomeno comune a tutta la provincia e i vigili disponibili devono pertanto essere redistribuiti».
A rendere la situazione ancor più problematica è la carenza di autoscale. Dovrebbero essercene tre (una a Modena, una a Carpi per la Bassa e una a Pavullo per la montagna): invece ne è disponibile solo una. «Questo comporta problemi legati alla tempestività nel soccorso e, allo stesso tempo, compromette la sicurezza dei colleghi, costretti a operare senza l’ausilio di un mezzo fondamentale – spiega Venturini – Quando è stato appiccato il fuoco alla sede della polizia municipale di Mirandola (21 maggio), la squadra di S. Felice ha evacuato i locali a rischio della propria incolumità perché l’autoscala ha impiegato 40 minuti per arrivare da Modena. Alcuni nostri colleghi hanno dovuto ricorrere al Pronto soccorso a causa dei fumi sprigionati».
Il segretario dei vigili del fuoco della Cisl aggiunge che le sedi di alcuni distaccamenti (Carpi, Sassuolo e Vignola) sono fatiscenti, mentre Modena ha l’autorimessa inservibile perché rischiano di crollare i piani, perciò i mezzi sono lasciati all’esterno. L’obsolescenza riguarda anche i mezzi di colonna mobile, vecchi di oltre 40 anni.
«Siamo dunque costretti a operare con mezzi vecchi, privi dei minimi requisiti di efficienza e, pertanto, scarsamente sicuri – sottolinea Venturini – Restiamo in attesa dei mezzi necessari per svolgere il nostro servizio di soccorso in modo adeguato, dalle autoscale alle auto pompa serbatoio, ma abbiamo bisogno soprattutto di uomini, perché non riusciamo a coprire neanche il minimo», conclude il segretario territoriale della Fns Cisl di Modena.