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Nuove acquisizioni per “Bologna velata”, la galleria d’arte dell’Appennino bolognese

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Saranno presentate al pubblico domenica 27 ottobre alle 11 le nuove acquisizioni della raccolta permanente d’arte “Bologna Velata”, curata dallo scultore Paolo Gualandi e da Sandro Malossini dell’associazione Felsina Factory: una mostra unica nel suo genere, perché, per volontà dei curatori, raccoglie opere dagli anni sessanta all’inizio del duemila di artisti diversi per tradizione e sensibilità artistica, ma accomunati dal territorio in cui hanno operato, cioè Bologna e dintorni. Molti di loro infatti hanno o hanno avuto legami con il liceo artistico di Bologna o con l’Accademia delle Belle Arti.

Il filo conduttore che collega queste opere è proprio l’essere state concepite a Bologna, perché per il resto sono rappresentate tante diverse correnti, da quella informale naturalistica all’astrattismo, dal figurativo al surrealismo, fino alla nuova figurazione pop. Diversi linguaggi dunque per diverse tecniche: pittura, scultura, grafica, ceramica. Secondo i curatori si tratta di uno scrigno di tesori che va svelato, da qui il nome della collezione e che quest’anno renderà disponibile anche un catalogo curato dalla storica dell’arte Cristina Casali.

Patrocinata dal Comune di Vergato, dall’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese e dall’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna, la collezione che conta oggi 40 opere di 40 artisti (Mario Nanni, Wolfango, Nanni Menetti, Piero Copertini, Vincenzo Satta solo per citarne alcuni) si arricchirà di altre 32 opere donate dagli artisti o dai loro parenti: Cleto Tomba, Ilario Rossi, Quinto Ghermandi, Danilo Cassano, Ugo Guidi,Concetto Pozzati, Mattia Moreni, Dante Mazza, Benedetta Jandolo e tanti altri.

“Oasi” è un opificio realizzato presso un ex-mulino da Paolo Gualandi, per quasi trent’anni (1971-2007) docente di modellazione plastica presso il Liceo Artistico di Bologna, che da quando è in pensione organizza corsi di scultura per grandi e piccoli presso la sede del suo laboratorio in Via Mulino del Balone a Tolè, sull’Appennino bolognese. La struttura si propone infatti di diventare un punto di riferimento, una residenza per gli artisti che sia aperta tutto l’anno, e non solo nei mesi estivi, in cui organizzare corsi e laboratori.

Appena una settimana fa l’Opificio aveva ospitato la “rigenerazione dell’Uroboro”, un’opera di dimensioni notevoli realizzata in argilla cruda nel 2018 dal collettivo spagnolo “Pentaculo Escultores” con lo stesso Gualandi e alcuni studenti del liceo artistico di Bologna. L’opera è stata rigenerata grazie ad un progetto didattico realizzato dagli studenti del liceo artistico Arcangeli di Bologna con la docente Barbara Burgio.

Sempre il 20 ottobre, a dimostrazione della vitalità di questo originale centro artistico, è stata inaugurata la mostra “Germogli in arte”, opere d’arte di giovani artisti che anziché stare chiuse in una sala, questa volta, interagiscono direttamente con la natura circostante, trovando ospitalità nei boschi nei dintorni dell’opificio.

La collezione è visitabile previo appuntamento contattando Paolo Gualandi (p.gualandi@alice.it).