Prestare attività lavorativa volontaria e gratuita a favore della collettività da parte di chi ha commesso reati è un modo concreto, oltre che simbolico, per promuovere un risarcimento verso la società e favorire percorsi di risocializzazione. Sono questi gli elementi chiave dell’istituto giuridico denominato “Sospensione del processo con messa alla prova”, che, in caso di esito positivo dell’esperienza lavorativa dell’imputato, prevede l’emissione di una sentenza per l’estinzione del reato.
A tale proposito il Comune ha deciso di rinnovare per tre anni l’accordo – siglato nel 2015 e riproposto nel 2017 – con il Tribunale di Bologna per l’inserimento di soggetti “in messa alla prova” presso i propri uffici, previa richiesta all’Ufficio del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale nel rispetto di una procedura stabilita. Il percorso è gestito in tutte le sue fasi dall’Ufficio interdistrettuale di esecuzione penale esterna di Bologna Ferrara.
L’inserimento di persone in fase di riabilitazione ristabilisce un rapporto di fiducia verso la società esterna e viceversa, ne evita l’emarginazione e favorisce il reingresso positivo nella comunità. Le persone ammesse ai percorsi salgono a massimo 40 – erano 30 nella convenzione precedente – e verranno impegnate in prestazioni di lavoro in vari settori dell’Amministrazione comunale per finalità sociali e socio-sanitarie, di protezione civile, fruibilità e tutela patrimonio culturale e ambientale. Inoltre, per la prima volta, potranno essere inserite anche negli Uffici giudiziari.