Mentre quotidianamente infuriano polemiche sul soccorso in mare dei migranti, dai ricercatori e docenti del CRID dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia viene la sollecitazione a volgere lo sguardo agli immigranti presenti sul nostro territorio ed alla efficacia delle politiche di inclusione sociale promosse a livello territoriale.
Il progetto, che vede coinvolto come capofila il CRID – Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e vulnerabilità (www.crid.unimore.it), in sinergia con rilevanti soggetti sociali impegnati in percorsi di accoglienza delle persone migranti come Porta Aperta, CEIS, Comunità l’Angolo e Arci, si propone di pervenire alla istituzione di un “Osservatorio sull’accoglienza dei migranti nel territorio modenese”, cioè di una struttura per l’osservazione e lo studio di esperienze rilevanti e l’incubazione di buone pratiche al fine di favorirne la replicabilità e trasferibilità.
Promotori di questa iniziativa sono docenti e ricercatori del Dipartimento di Giurisprudenza, tra cui il prof. Gianfrancesco Zanetti, Direttore del CRID, il prof. Vincenzo Pacillo, Direttore dello stesso Dipartimento, il prof. Thomas Casadei, coordinatore scientifico del progetto.
Fanno parte del gruppo di ricerca anche il prof. Simone Scagliarini del Dipartimento di Economia “Marco Biagi”, il prof. Alberto Tampieri, il prof. Francesco Belvisi, la dr.ssa Serena Vantin, anche loro del Dipartimento di Giurisprudenza, e la dott.ssa Francesca Baraghini, esperta di tematiche connesse alle condizioni dei minori stranieri non accompagnati.
Il dott. Francesco De Vanna si occupa, invece, del coordinamento organizzativo e dello sviluppo del percorso, con particolare riferimento a interviste e workshop, che dovranno condurre alla realizzazione dell’Osservatorio oltre che ad un portale, che sarà lanciato a breve, di costante informazione sullo svolgimento del progetto.
“L’afflusso di persone di origine straniera – spiega il Direttore del CRID prof. Gianfrancesco Zanetti di Unimore – su tessuti sociali culturalmente uniformi mette in rilievo, contemporaneamente, potenzialità inedite e problematiche ineludibili, in termini di bilanciamento tra interessi nuovi e, talvolta, contrapposti, allocazione delle risorse, modelli di governance, ridefinizione dei paradigmi culturali prevalenti nello spazio pubblico urbano, dalla scuola all’associazionismo. Sono temi che trattiamo da tempo e sui quali abbiamo negli anni costruito un dialogo molto stretto con realtà come Porta aperta e altre associazioni del territorio che rappresentano i partner ideali per la realizzazione di un osservatorio quale quello che intendiamo realizzare”.
Il territorio provinciale modenese – nonostante la difficoltà di reperimento di dati ufficiali – si stima accolga centinaia di persone, profughi e richiedenti protezione internazionale, la parte più numerosa in emergenza e la restante nello SPRAR.
“Meritano specifica attenzione – aggiunge il prof. Thomas Casadei di Unimore, coordinatore scientifico del progetto – la condizione dei minori stranieri non accompagnati (MSNA), nonché la presenza sul territorio provinciale di numerose persone con il permesso di soggiorno scaduto da più di 60 giorni”.
Obiettivo dell’Osservatorio è verificare le modalità di accoglienza e le capacità d’inclusione generate dagli enti che le praticano, per favorire tutto il potenziale che il volontariato e l’associazionismo possono esprimere nel campo delle politiche d’inclusione, nonché superare alcune difficoltà connesse ai loro compiti assai delicati.
A questo fine si propone, tra le azioni che verranno condotte, l’istituzione anche di un Tavolo permanente di dialogo e cooperazione fra tutti gli enti gestori e le realtà – formali e informali – coinvolti nei processi di inclusione.
Per raggiungere le sue finalità l’Osservatorio si occuperà del monitoraggio e della valutazione delle singole attività di accoglienza, in particolare nella prospettiva della replicabilità e della loro ‘incubazione’ quali best practices nelle politiche dell’inclusione. In particolare, sarà valutato l’impatto complessivo che esse hanno sulle singole persone migranti indagate, sotto il profilo dell’accoglienza, della responsabilizzazione e dell’occupabilità, sugli enti e sulle associazioni promotrici, valutando la dinamica e la qualità della loro collaborazione in termini ‘generativi’ e, infine, sugli attori istituzionali, cercando di supportare la loro attitudine a conseguire buone prassi e prestazioni appropriate.
“L’Osservatorio – prosegue il prof. Thomas Casadei di Unimore – si prefigge di effettuare una ricognizione precisa sul territorio, monitorando gli enti gestori che volontariamente accetteranno il monitoraggio, in primis i soggetti partners, la capacità di accoglienza in termini di servizi, opportunità, bisogni del contesto urbano ma anche criticità connesse ai fenomeni di accoglienza, frizioni sociali, fenomeni di degrado urbano”.
Assi portanti di ricerca attorno ai quali si svilupperanno gli interventi e, soprattutto, l’attività di valutazione scientifica dell’Osservatorio sono quattro macro-temi, casa, lavoro, pratiche del volontariato, lingua, attraverso i quali osservare e documentare i processi di accoglienza e inclusione dei soggetti richiedenti asilo e, più in generale, migranti.
“Di fronte a fenomeni complessi, come le migrazioni – afferma il Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza prof. Vincenzo Pacillo di Unimore – il compito principale del giurista è quello di verificare se e come la governance di questi ultimi sia compatibile con la legalità costituzionale, sia da un punto di vista delle soluzioni legislative adottate, sia da quello della prassi amministrativa effettivamente implementata. L’Osservatorio non vuole entrare nella diatriba politica, ma costituirsi come strumento di servizio capace di sviluppare un’effettiva opera di monitoraggio dello status quo, e nel contempo di favorire il dialogo tra tutti gli attori istituzionali che si occupano di immigrazione sul territorio”.