La Struttura di Reggio Emilia è tra i pochi Centri del Nord Italia a usare con successo questo farmaco dal 2017
Reggio Emilia, giugno 2019 – La Induratio Penis Plastica (IPP), detta anche malattia di La Peyronie o più comunemente pene curvo acquisito, è un disturbo acuto e fino ad ora era trattato solo con intervento chirurgico, eseguibile solo a malattia stabilizzata (fase cronica). Salus Hospital di Reggio Emilia è stato tra i primi Centri del Nord Italia ad utilizzare dal 2017 un trattamento innovativo: “Si tratta di un farmaco di ultima generazione, unico sul mercato che permette di arrestare la progressione della malattia e di garantire una correzione della curvatura”, spiega il dottor Giovannalberto Pini, specialista dell’Unità Operativa di Urologia di Salus Hospital.
Buone notizie dunque in quanto la malattia di La Peyronie riguarda circa il 13% degli uomini, con punte che possono arrivare anche al 16% in coloro che hanno subìto un intervento di asportazione radicale della prostata.
La Induratio Penis Plastica (IPP), che in prevalenza riguarda gli uomini dai 40 ai 65 anni, è un disturbo localizzato del tessuto connettivo che altera il collagene della guaina che riveste i corpi cavernosi del pene: un eccesso di collagene sostituisce le fibre elastiche della guaina, o tunica albuginea, provocando una formazione cicatriziale che prende il nome di placca di La Peyronie, dal nome del medico che per primo studiò questa malattia nel 1743. Tale placca impedisce l’elasticità dell’organo durante l’erezione, determinando una sua curvatura non fisiologica. “Si ipotizza che fra le cause che portano alla formazione della placca vi possano essere microtraumi, sebbene quando si verifica nei giovani di 30-35 anni riteniamo possa essere presente una componente genetica ed ereditaria”, commenta il dott. Pini.
Ciò che è certo, invece, è che si tratta di un disturbo acquisito e che non va confuso con la malattia congenita chiamata anch’essa pene curvo, una malformazione causata dall’asimmetria dei due corpi cavernosi del pene, già presente in fase adolescenziale. L’accertamento della presenza della placca di La Peyronie avviene attraverso una speciale ecografia (eco-color-doppler penieno dinamico).
Il sintomo principale è il dolore durante l’erezione che però si manifesta solo nel 5% dei pazienti, mentre è comune una curvatura anomala del pene. Se la malattia di La Peyronie viene diagnosticata per tempo può essere sufficiente una sola iniezione di farmaco. “Il principio attivo di questo farmaco è la collagenasi, un enzima che taglia i legamenti peptidici del collagene e che viene iniettato nella placca – spiega il dott. Pini. – Il numero dei trattamenti è soggettivo: ogni iniezione può offrire un miglioramento fino a 20-25° gradi. Ovviamente se un paziente ha una curvatura superiore, sono necessarie più iniezioni. I protocolli internazionali indicano una media di 3-4 iniezioni da effettuare ogni 6 settimane. In tutta Europa e negli Stati Uniti, il farmaco non è attualmente a carico del SSN, ma rimborsabile dalle principali assicurazione mediche disponibili”.
È un trattamento mininvasivo che prevede un’iniezione eseguita in ambulatorio, in anestesia locale o con l’uso di ghiaccio secco; dopo l’iniezione si possono manifestare gonfiore ed ematomi locali che scompaiono nell’arco di 2-3 giorni. Anche il decorso post-trattamento è di breve durata: il paziente deve astenersi dai rapporti sessuali penetrativi per circa 20 giorni.
“La differenza tra l’uso del farmaco e l’intervento chirurgico è notevole – spiega il dottor Pini. – L’intervento viene effettuato nei pazienti allo stadio cronico della malattia di La Peyronie quando la stabilizzazione è certa (richiede fino a un anno) e permette il raddrizzamento del pene senza però intervenire sulla malattia. Invece, il farmaco blocca la malattia, perché scioglie la placca, e blocca anche il potenziale peggioramento della curvatura”.
I medici suggeriscono di eseguire dei controlli in caso di curvatura anomala durante l’erezione o dolore. “Se la malattia viene trascurata – continua il dottor Pini – la curvatura può diventare tale da compromettere i rapporti penetrativi, causando anche un potenziale deficit erettile. A quel punto l’unica soluzione rimane l’intervento chirurgico con necessità di posizionamento di protesi peniena. Il mio consiglio è quello di rivolgersi all’urologo il prima possibile”.