«I dipendenti del Banco Bpm sono indignati per essere stati inconsapevolmente coinvolti nella vicenda dei diamanti e sottolineano la loro totale buona fede, prova ne sia che spesso i preziosi sono stati acquistati da loro stessi, oltre che da familiari e conoscenti».
Lo affermano i sindacati Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin coordinamenti Emilia-Romagna Banco Bpm, che su questa vicenda hanno organizzato due assemblee con i lavoratori: la prima si svolge domani – martedì 4 giugno – a Modena, la seconda dopodomani – mercoledì 5 giugno – a Carpi.
Sono 55 le filiali modenesi del Banco Bpm e circa 70 i dipendenti coinvolti nella vicenda diamanti con il ruolo di gestori di clientela privata. La faccenda riguarda spesso anche i capi delle filiali più piccole e i lavoratori di Aletti Banca; si tratta della banca private del gruppo Bpm, che ha filiali a Modena, Reggio e Bologna, segue i clienti con patrimonio e investimenti di importi elevati. A Modena la vicenda diamanti coinvolge una filiale Aletti e almeno dieci-dodici persone che gestiscono direttamente i clienti importanti.
I sindacati sottolineano che, mentre Banca Intesa, UniCredit e Mps stanno già da tempo rimborsando integralmente i propri clienti ritirando le pietre, Banco Bpm continua a ricercare improbabili soluzioni alternative. «È una strada palesemente impervia che sta provocando al gruppo stesso e ai suoi lavoratori un danno di reputazione difficilmente recuperabile, con il conseguente effetto di alimentare un contenzioso legale crescente sia per la banca sia per i lavoratori coinvolti senza colpa – dichiarano Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin coordinamenti Emilia-Romagna Banco Bpm – Al fine di tutelare la propria immagine e onorabilità, i lavoratori ci hanno chiesto di indire quanto prima una mobilitazione pubblica, alla quale invitare anche la clientela coinvolta, per ribadire con forza la necessità che la banca si assuma tutte le sue responsabilità (anche economiche) rispetto a quanto accaduto. Responsabilità a cui il massimo vertice dell’azienda non può più sottrarsi, anche per mettere subito un freno all’attuale situazione di conflitto con la clientela».
Per i sindacati i dipendenti della banca, al pari dei risparmiatori, sono e rimangono delle vittime, tant’è che sovente i ruoli coincidono e si sovrappongono.
Ora i dipendenti Banco Bpm chiedono alla propria banca una posizione chiara e risolutiva, seppur tardiva.
«Non è tollerabile che chi svolge il proprio lavoro sia costretto a vivere nell’incubo quotidiano di essere bersaglio di risparmiatori giustamente inferociti. È un conflitto inaudito e intollerabile tra due vittime della stessa vicenda, due facce della stessa medaglia. Per questo i lavoratori ribadiscono la propria vicinanza ai risparmiatori, auspicando che quanto prima – concludono Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin coordinamenti Emilia-Romagna Banco Bpm – si possa ristabilire quel rapporto di piena fiducia che la vicenda dei diamanti ha colpevolmente compromesso».