Tommaso Avati, figlio d’arte di Pupi Avati, che ha lavorato molto per il cinema, il teatro e la televisione come sceneggiatore, sarà al centro cultura Multiplo di Cavriago sabato 11 maggio. Alle 17 presenterà il suo libro “Quasi tre” (Fabbri Editore) in cui racconta la storia di Raffaele e Benedetta, undici anni di matrimonio, zero figli, due adorabili maialini d’appartamento da chiamare “bambini”.
Due voci, l’una il controcanto dell’altra, che si rincorrono e raccontano la loro storia: lei segretaria in un’agenzia romana per lo spettacolo e appassionata di cucina, lui sceneggiatore mancato riciclatosi insegnante, figlio d’arte in attesa perenne di sfondare nel mondo del cinema. Un rapporto ormai cristallizzato in una routine distratta, il loro, eroso dall’abitudine e dalla delusione di non essere riusciti a fare della propria esistenza qualcosa di cui andare fieri. Poi accade l’impensabile. A quarantasei anni, quando già comincia a pensare alla menopausa, Benedetta rimane incinta: il caso, con grande ironia, inizia a giocare con Lele e Benny, concedendo loro un’altra possibilità, l’occasione per riprendere il controllo del loro matrimonio e delle loro vite. Ma a volte non c’è niente di meglio di un “secondo tempo” per rimescolare le carte di una vita intera: tra genitori disfunzionali e colleghi sull’orlo di una crisi di nervi, Lele e Benedetta vengono risucchiati in un turbine di incomprensioni, aspettative malriposte e disavventure esilaranti, dove la posta in gioco è un amore dolceamaro, quasi acido. Insomma, un amore normale.
Tommaso Avati, bolognese classe 1969, si è laureato in Comunicazione con una tesi sui racconti di Raymond Carver e il cinema di Robert Altman. Ha collaborato a sceneggiature e soggetti come “La prima volta” di Massimo Martella e “Quell’estate” di Guendalina Zampagni e alla stesura di diversi film tv come “Un matrimonio”, “Il bambino cattivo”, “Con il sole negli occhi”, “Le nozze di Laura”. Ha scritto insieme al padre il soggetto per il film “Il ragazzo d’oro” che ha vinto il premio per migliore sceneggiatura al festival di Montreal.