“Il 25 aprile è la festa di tutti coloro che amano la democrazia e la libertà. È il giorno in cui gli Italiani festeggiano la Liberazione da tre orrori che li avevano messi in ginocchio: dalla dittatura fascista, dall’occupazione nazista e dalla guerra”. Lo ha ribadito e sottolineato Metella Montanari, direttore dell’Istituto storico di Modena, sul palco in piazza Grande dal quale, presenti le autorità, ha concluso la manifestazione istituzionale del 25 aprile con un discorso “da storica, perché – ha spiegato – la storia ci aiuta a comprendere il presente, è dalla sua conoscenza che si parte per capire cosa è stato davvero e perché, e per cercare, alla luce di questo, di evitare il ripetersi di pagine così buie”.
Il discorso conclusivo di Metella Montanari è stato introdotto da quello di Elio Carosone, presidente della Consulta provinciale degli studenti di Modena.
La mattinata del 25 aprile in piazza Grande è incominciata alle 10 in Duomo con la messa officiata da Monsignor Erio Castellucci, Arcivescovo Abate della Diocesi di Modena-Nonantola. Per via Emilia, corso Canalgrande, via Università e via Castellaro fino a piazza Grande si è svolto il tradizionale corteo con la Banda Cittadina “Andrea Ferri”. Alle 10.45, le autorità hanno reso omaggio al Sacrario della Ghirlandina, prima dei discorsi.
“La Resistenza – ha ricordato la direttrice dell’Istituto Storico – sfociò in un miracolo: forze politiche fino a quel momento divise si unirono, ceti sociali molto distanti tra loro si incontrarono, dalla profonda crisi morale seguita al fallimento del fascismo e all’occupazione tedesca uscì una nuova idea di Italia che troverà la sua sintesi nella Repubblica e nella scrittura condivisa della Costituzione”. Montanari, che ha aperto il suo intervento ricordando i tanti partigiani intervenuti negli anni “su questo palco, da Triva a Rossi, da Gorrieri a Paganelli”, si è soffermata sul ruolo delle donne e dei giovani nella Liberazione, vissuta anche in chiave esistenziale, di scelta e assunzione di responsabilità e impegno, per poi concludere citando il discorso che Aldo Moro pronunciò a Bari nel 1975, nel trentennale della Resistenza. “L’acquisizione della democrazia – disse allora Moro – non è qualche cosa di fermo e di stabile che si possa considerare raggiunta una volta per tutte. Bisogna garantirla e difenderla, approfondendo quei valori di libertà e di giustizia che sono la grande aspirazione popolare consacrata dalla Resistenza. Il nostro antifascismo non è dunque solo una nobilissima affermazione ideale, ma un indirizzo di vita, un principio di comportamenti coerenti”.
Baule del capitano ultimo giorno e iniziative
Venerdì 26 aprile sarà giornata di deposizioni di corone e omaggi ai cippi che ricordano i caduti partigiani, incontri, e anche l’ultimo giorno per visitare la mostra “Il baule del Capitano in Municipio. Proseguono anche dopo il 25 aprile, infatti, le iniziative a cura del Comitato per la storia e le memorie del ‘900 del Comune. Venerdì 26 aprile al Quartiere 4 alle 10.30, appuntamento al Parco Londrina in viale Corassori per deporre una corona alla Stele per le Vittime civili di guerra; commemorazione con classi della scuola primaria Galilei e con le associazioni: Vittime civili di guerra, Polisportiva Corassori, Comitato Anziani e orti San Faustino, Biblioteca Giardino, Comitato Villaggio Giardino e Artigiano. Sempre alle 10.30, ritrovo alle elementari S. Geminiano di strada Contorno di Cognento per una corona al cippo al parco Melotti. Alle 11 ritrovo a OvestLab in via Biondo per l’omaggio di una corona alla lapide in via Emilio Po e al cippo in viale Autodromo. In entrambi i casi commemorazione con scolari e delegati Anpi e di associazioni.
Alle 20.30 alla Polisportiva Forese Nord di Strada Albareto 568 ad Albareto “È la parola che ci fa uguali, occasione per incontrarci e riflettere sulla Costituzione”, a cura di Polisportiva, Parrocchia SS. Nazario e Celso, Comitato Genitori Scuola “Bersani” e Centro Sociale Orti Albareto. Ingresso libero e buffet “resistente”.
Venerdì 26 aprile è anche l’ultimo giorno per visitare gratuitamente, nella Sala dei Passi Perduti del Municipio in piazza Grande dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, la mostra “Dal baule del capitano. Presentazione in anteprima del diario di viaggio con fotografie e reperti dell’inglese Richard Limbert (1943-1945)”.
La mostra, a cura di Claudio Silingardi e Stefano Bulgarelli, consente di vedere da vicino per la prima volta il contenuto di un baule appartenuto al capitano Richard Limbert, originario di Manchester (Gran Bretagna), che partecipò alla Campagna d’Italia dal ‘43 al ‘45 inquadrato nella quinta Armata americana, occupandosi in un primo tempo di profughi e rifugiati e poi del rapporto con le formazioni partigiane.
Il baule, conservato dai familiari fino al 2011, messo all’asta due volte, restò invenduto, esito che sorprese molti, vista la straordinaria ricchezza del contenuto. Acquistato successivamente da un collezionista modenese, grazie alla sua generosità è ora possibile vederne il contenuto esclusivamente a Modena.
Il baule contiene sei volumi di grande formato, traboccanti di documenti originali dei comandi alleati, delle autorità italiane e dei comandi partigiani, centinaia di fotografie e cartoline, opuscoli e pubblicazioni della quinta Armata sulla Campagna d’Italia, disegni, piccoli oggetti, stampati, tessere, inviti che, nel loro insieme, raccontano l’attraversamento dell’Italia da parte dell’ufficiale britannico. Una vasta selezione di questi materiali è inserita in una proiezione.
E in tutto questo non manca Modena. Prima per i rapporti tra Limbert e i partigiani modenesi che avevano attraversato le linee nell’autunno 1944 costituendo la Divisione Modena Armando, combattente in linea con gli Alleati. Poi per la gestione del disarmo dei partigiani che avviene in occasione della sfilata del 30 aprile 1945. E non mancano documenti eccezionali, come una relazione inedita sui profughi e rifugiati a Modena nell’immediato dopoguerra.
Il programma completo delle celebrazioni è sul sito web (www.comune.modena.it).