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Erma Rtmo: azienda in crisi. Si attende la decisione del Tribunale sul concordato

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“Sono stati diversi gli incontri che hanno coinvolto nei giorni scorsi la direzione di Erma Rtmo, azienda modenese di produzione e commercializzazione macchine agricole e movimentazione terra su via Emilia Est, e il sindacato Filcams/Cgil che rappresenta i lavoratori sulla situazione di crisi aziendale. Ad oggi però – afferma il sindacato – regna il silenzio da parte di un’azienda che sembra non sapere quale direzione prendere”.

“L’azienda trovandosi in una situazione di forte crisi, ha infatti depositato un concordato in bianco nei primi giorni di gennaio, provando a garantire una sorta di continuità lavorativa e il pagamento degli stipendi  attraverso l’utilizzo dell’ammortizzatore sociale Fis (fondo di integrazione salariale).
Sin da subito l’azienda ha espresso l’intenzione di presentare un piano per il risanamento societario entro la fine di marzo. Nel frattempo, l’8 marzo Erma ha avviato una procedura di mobilità per far fronte agli esuberi di personale proprio in virtù dell’imminente presentazione del piano di risanamento” aggiunge Filcams/Cgil.

“La volontà dell’azienda era quella di ridimensionare e ridefinire notevolmente l’attività. Erma, che aveva toccato in passato una forza di lavoro di ben 80 persone e che oggi ne vede impiegate ormai solo 34, ha dichiarato 27 esuberi. Erma è un’ azienda in crisi ormai da molti anni, che ha già affrontato mobilità aziendali e difficoltà economiche. I lavoratori sono ormai per la maggior parte sfiduciati e da mesi si aspettavano il peggio.
La trattativa sindacale in queste settimane è sempre stata incessante, tanto che si era ormai raggiunto un accordo verbale sugli esuberi e gli eventuali incentivi all’esodo da inserire nel piano di concordato, sino a quando si è compreso che il progetto, che avrebbe dovuto essere depositato in Tribunale  il 22 marzo, non era ancora pronto. Da lì la richiesta di proroga del deposito da parte dell’azienda il cui destino è nelle mani del Tribunale di Modena. La tensione ora è altissima: il 31 marzo scadrà il Fis, pertanto i lavoratori, sino a poco tempo fa in ammortizzatore a zero ore, dovranno tornare in forza non avendo alcuna garanzia né di impiego, dal momento che l’azienda è praticamente ferma, né di stipendio.
Tutto è nelle mani del Tribunale che dovrà decidere se promuovere il concordato, indicando un nuovo termine per la definizione del piano,  o di rigettarlo una volta per tutte.
La perplessità rispetto alla continuità lavorativa di questa azienda, già espressa durante tutta  la trattativa sindacale, è ormai realtà.
Il rischio – conclude Filcams/Cgil – è che i lavoratori vengano di fatto sospesi, privati di stipendio e di qualunque ammortizzatore sociale, impossibilitati a presentare anche una semplice domanda di disoccupazione in attesa di un verdetto definitivo.
Ci auguriamo a questo punto che il Tribunale decida al più presto”.