Modificare e integrare il progetto della Bretella Campogalliano-Sassuolo poiché, anche dopo il via libera del ministero delle Infrastrutture alla sua realizzazione, risultano non ancora risolte alcune criticità da tempo e più volte sollevate dal Comune di Modena. È quanto chiede l’ordine del giorno del Pd, presentato da Diego Lenzini e sottoscritto anche dal capogruppo Fabio Poggi, approvato dal Consiglio comunale di Modena nella seduta di giovedì 28 marzo con il voto contrario di Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Sum e Modena Volta Pagina.
Nella stessa seduta sono stati discussi altri due ordini del giorno sulla Bretella, entrambi respinti: uno contro l’opera, definita “inutile e dannosa”, illustrato da Vincenzo Walter Stella (Sum) e sottoscritto anche da Marco Chincarini (Modena volta pagina) e Mario Bussetti (M5s); e uno da Forza Italia che ribadisce la necessità della Bretella e “plaude al tanto atteso sblocco di un’opera lungamente attesa, invitando l’Amministrazione a non perdere ulteriore tempo e a terminare l’opera nel più breve tempo possibile”.
Il documento del Pd entra nel dettaglio delle modifiche ritenute necessarie chiedendo di progettare e realizzare da subito un collegamento ferroviario tra gli scali di Dinazzano e Marzaglia; di rivedere il percorso della cosiddetta “bretellina” che collega l’asse principale al resto della rete viaria in modo che non intersechi l’area interessata dal polo logistico; di rivedere numero e collocazione dei caselli che nella previsione attuale costituiscono un disincentivo all’utilizzo della nuova infrastruttura e di prevedere la gratuità per il tratto tra la nuova autostrada e la tangenziale di Modena. Ribadisce, infine, la necessità, nella fase di realizzazione del progetto esecutivo, di studiare interventi per minimizzare l’impatto ambientale dell’opera.
L’ordine del giorno di SuM, Mvp e M5s, emendato dagli stessi proponenti per adeguarlo alle nuove decisioni del ministero delle Infrastrutture, “valuta negativamente il progetto sia del tratto autostradale Sassuolo-Campogalliano sia del collegamento Modena-Rubiera” e ritiene che il tratto autostradale non debba essere realizzato, in quanto l’opera “impedirebbe di fatto, anche per mancanza di risorse finanziarie, il mutamento strategico necessario al distretto ceramico nei settori della logistica e della movimentazione merci”. Nel dispositivo, i consiglieri sottolineano inoltre l’utilità di realizzare connessioni tra lo scalo merci del nuovo polo di Marzaglia e di Campogalliano, le autostrade, la superstrada Modena-Sassuolo e la provinciale 51. L’ordine del giorno chiede infine all’amministrazione di organizzare al più presto una presentazione pubblica del progetto per far conoscere ai cittadini il tracciato finale, la collocazione dei caselli e le richieste dello stesso sindaco di sottrarre alla tariffazione il tratto di collegamento tra autostrada e tangenziale e di modificare il tracciato in corrispondenza dello scalo ferroviario di Marzaglia, di chiedere ad Auto Cs al Mit di sviluppare un primo stralcio del progetto esecutivo per il tratto innesto su A22 e scalo merci ferroviario alla via Emilia.
L’ordine del giorno è stato votato proponenti, mentre hanno votato contro Forza Italia e Pd, con l’astensione di Giulia Morini (Pd).
L’ordine del giorno di Forza Italia, presentato da Andrea Galli, e bocciato da tutti gli altri gruppi, sottolinea che la nuova strada permetterà di riqualificare la rete di collegamenti a servizio del Polo produttivo del distretto ceramico, “nella certezza che questo nuovo asse è in grado di alleggerire la viabilità ordinaria collegando centri logistici con la direttrice autostradale del Brennero, il distretto produttivo ceramico e l’area della via Emilia compreso lo scalo merci di Marzaglia”. È un’infrastruttura, prosegue il documento, “promessa da anni anche da governi di centrosinistra e lasciata in un cassetto colpevolmente perché il Pd emiliano-romagnolo nella sua anima deteriore ambientalista non l’avrebbe voluta realizzare o quantomeno l’avrebbe voluta stravolgere. Ritardi che hanno avuto il risultato di danneggiare l’industria ceramica modenese con la perdita di moltissimi posti di lavoro”.