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Soluzione ‘A evoluta’ per il Passante autostradale di Bologna

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Una decisione in pochi giorni – sì alla proposta ‘A evoluta’ – da parte di Regione, Comune e Città Metropolitana di Bologna e ora il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli può dare corso all’impegno preso di convocare in tempi rapidi la Conferenza dei servizi sul Passante autostradale di Bologna, per lo sblocco definitivo dell’opera. La realizzazione della corsia d’emergenza nel tratto urbano dell’A14, un potenziamento della tangenziale di Bologna, con la realizzazione della terza corsia nel tratto tra lo svincolo 3 (interconnessione ramo verde/Casalecchio) e lo svincolo 13 (San Lazzaro), con l’obiettivo di aumentare la capacità dell’infrastruttura, e un ampliamento a quattro corsie, in carreggiata sud tra gli svincoli 6 e 8 e in carreggiata nord tra lo svincolo 8 e l’immissione alla A13, per riportare livelli di efficienza ottimi sulle tratte:è dunque questa la proposta, indicata appunto come A evoluta, considerata la più accettabile da Regione Emilia-Romagna, Città Metropolitana e Comune di Bologna tra quelle presentate dal ministro Toninelli nel corso dell’incontro avvenuto a Roma lo scorso 20 marzo con il presidente Stefano Bonaccini e il sindaco Virginio Merola.

Secondo anche il parere dei tecnici, con la soluzione ipotizzata sono salvaguardate le principali esigenze trasportistiche del sistema tangenziale e autostradale, ferme restando le competenze dell’Ente proprietario e la necessità di garantire adeguati livelli di sicurezza.

Da questo punto di vista, si ribadisce che le ottimizzazioni previste nella proposta ‘A evoluta’, non debbano in alcun modo andare a scapito degli standard qualitativirelativi agli aspetti architettonici, ambientali e tecnologici delle varie opere, con particolare riguardo a “porte”, “passaggi”, barriere fonoassorbenti, fasce boscate e mitigazioni a verde, sistema integrato di infomobilità.

Rispetto a questa soluzione, con l’eliminazione della corsia di emergenza in tangenziale, secondo i tecnici di Regione, Comune e Città Metropolitana, poiché gli svincoli sono molto frequenti e ravvicinati, a una distanza di circa 600-800 metri, è indispensabile che le corsie di immissione e diversione siano ricavate esternamente alla terza corsia, la cui continuità deve essere assicurata lungo tutto il tracciato della tangenziale, almeno tra gli svincoli citati.

Tali rampe di immissione/diversione, della lunghezza media di circa 150/200 metri, riducono la corsia di emergenza a una lunghezza di circa 200/400 metri, incidendo pertanto molto poco sull’occupazione di suolo.

La frequenza degli svincoli, inoltre, impone numerose manovre di diversione fra corsie, che generano potenziali punti di conflitto; tale situazione sarà verosimilmente riscontrabile anche con un aumento della capacità dell’infrastruttura, che non modifica la numerosità di ingressi e uscite.

Né d’altra parte sarebbe auspicabile una riduzione degli svincoli, poiché questo genererebbe un’insostenibile ricaduta in termini di congestione sulla viabilità ordinaria.

Per ciò che riguarda il sistema di gestione dell’emergenza in Tangenziale, si attende la valutazione progettuale del Ministero che dovrà garantire adeguati standard di sicurezza e di efficienza degli interventi di soccorso.

Perché no alla soluzione A

Per quanto riguarda una diversa soluzione proposta dal Governo, indicata come soluzione A (senza corsia di emergenza in A14), l’elevata incidentalità della tratta autostradale, che si registra negli ultimi anni, impone di considerare non rinviabile la realizzazione della corsia di emergenza in aggiunta alle tre corsie attuali, con trasformazione della corsia dinamica in corsia di marcia lenta.

Tanto più che non procedere a tale intervento ne precluderebbe la realizzazione in futuro, a meno di non far fronte a un ulteriore cantiere dagli impatti rilevanti sul traffico e consistenti ricadute sulla viabilità ordinaria, oltre che in termini di emissioni.

Inserimento ambientale dell’opera

Il progetto del Passante di Bologna, che ha superato positivamente la Valutazione di impatto ambientale (decreto del ministero dell’Ambiente 133 del 30 marzo 2018), a seguito delle richieste provenienti dal territorio, ha posto particolare attenzione alla qualità progettuale dei manufatti, delle barriere antirumore e delle opere di inserimento ambientale (galleria verde e parco di S. Donnino).

Un risultato positivo che va considerato come un punto di partenza per ulteriori miglioramenti. In particolare, tra le nuove proposte c’è il prolungamento della galleria fonica (antirumore) fra gli svincoli S8 e S9 e ripristino dello svincolo S9 in carreggiata sud, sia in uscita che in entrata.

La valutazione di impatto ambientale, ha poi evidenziato l’opportunità di un miglioramento dell’inserimento ambientale dell’opera, richiedendo, con prescrizione del ministero dei Beni culturali e Turismo di “intensificare il trattamento “a verde” delle zone oggetto di intervento, con cortine arboree e arbustive, senza lasciare ampi spazi pavimentati, impermeabilizzati e non drenanti privi di adeguate schermature a verde”.