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‘Perlasca’: finale di stagione al Piccolo Teatro di Sant’Ilario

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La stagione del Piccolo Teatro di Sant’Ilario d’Enza si chiude il 29 marzo con un intenso monologo dedicato all’italiano che salvò migliaia di ebrei nell’Ungheria occupata dai nazisti: Giorgio Perlasca (1910-1992).

Un racconto affascinante e commovente. Un uomo semplice e normale che, nella Budapest del 1944, affronta la morte ogni giorno, si trova faccia a faccia con Adolf Eichmann, si spaccia per Console spagnolo: solo e unicamente perché sceglie di salvare la vita a molte persone. Alla fine saranno 5.200. Ebrei, ma non solo. Vive nell’ombra per più di 40 anni, non raccontando la sua storia a nessuno, nemmeno ai familiari. Nel 1988 viene rintracciato da una coppia di ebrei ungheresi che gli devono la vita… Quando i giornalisti gli chiedono le motivazioni delle sue azioni, lui risponde: “Lei cosa avrebbe fatto al mio posto?”…

Una figura anche controversa: convito sostenitore del fascismo, volontario nelle milizie franchiste in Spagna, Giorgio Perlasca incominciò ad allontanarsi dal regime al tempo delle leggi razziali e non aderì alla Repubblica di Salò. Nel dopoguerra questo passato “scomodo” ridusse la sua storia al silenzio fino a quando lo stato d’Israele non gli riconobbe il titolo di “Giusto tra le Nazioni” (1989) e il giornalista Enrico Deaglio gli dedicò un libro divenuto piuttosto famoso. “La banalità del bene”.

Alessandro Albertin veneto come Perlasca e formatosi alla Scuola Paolo Grassi di Milano, viene a conoscenza della storia da bambino rimanendo affascinato da questa figura. Nel corso degli anni si documenta e prende contatti con la Fondazione Perlasca e il figlio di questi Giorgio.

Le peripezie con cui riuscì a salvare tante vite umane nella Budapest controllata dai nazisti fingendosi diplomatico spagnolo appaiono incredibili e degne di quell’Oskar Schindler reso celebre dal film di Steven Spielberg a cui è stato spesso paragonato. Ma la chiave scelta da Albertin per parlarne è quella di un uomo comune. E così lo spettacolo utilizza mezzi assolutamente drammaturgici creando alcune verosimili ma immaginarie scene in cui il personaggio rilegge tre lettere personali indirizzate ai cari. In questi momenti notturni emergono fragilità, ansie, frustrazioni. E la storia di un uomo non eccezionale, ma in grado di compiere la “scelta giusta”, giunge a toccare la sensibilità del pubblico.

Lo spettacolo, prodotto da Teatro degli Incamminati, Teatro di Roma-Teatro Nazionale, sta riscuotendo notevoli consensi soprattutto da parte delle nuove generazioni. Anche a Sant’Ilario verrà proposto agli Istituti Scolastici del territorio. Un indirizzo – quello che mette insieme educazione e teatro – nel dna dell’associazione Teatro L’Attesa che anche quest’anno è riuscita, con il sostegno dell’Amministrazione Comunale, della Parrocchia e di tanti volontari, a presentare una stagione intensa fatta di incontri, risate, riflessioni, musica, laboratori formativi. Un modo per fare cultura, un’idea di comunità: aperta e sensibile, intelligente e laboriosa.

Venerdì 29 marzo, ore 21.00 Perlasca. Il coraggio di dire no con Alessandro Albertin – TEATRO DEGLI INCAMMINATI – TEATRO DI ROMA – TEATRO NAZIONALE

Biglietto intero 10€ ridotto 8€ – Prenotazioni: 3286019875.