Ancora una volta Enzo Bianchi dona ai lettori tutta la sapienza del suo cuore semplice. Nel suo ultimo libro “La vita e i giorni. Sulla vecchiaia” (Il Mulino) l’ex Priore della Comunità di Bose si avventura in un faccia a faccia con l’ultimo tempo della vita e dei suoi giorni e ne racconta tutta la piena intensità. Pagine poetiche e bellissime in cui il coraggio di invecchiare trova la sua forza in un’autentica vocazione all’attraversamento dell’esistenza: Bianchi ne parla con il pubblico del BPER Forum Monzani di Modena sabato 30 marzo alle 17.
Bianchi racconta un momento dell’esistenza fatto di difficoltà e debolezze, ma anche dell’opportunità di dare alle nuove generazioni una guida. Il controllo sul mondo e la consapevolezza di cosa si sia realizzato lasciano il passo alla capacità di vedere con più chiarezza il futuro, le vicende e il senso di molti avvenimenti. Un’occasione per dialogare con le giovani generazioni, comprenderle e non lasciarsi abbandonare a una preventiva chiusura. Un periodo importante, dunque, a cui arrivare preparati. La propria identità deve essere coltivata per riuscire a spogliarsi dai ruoli che si sono interpretati nel corso dei decenni e per fare emergere la singolarità della persona in tutta la sua forza e la sua ricchezza.
La vecchiaia è aggiungere vita ai giorni e non giorni alla vita, dice con grande saggezza Enzo Bianchi, invitando tutti davanti all’enigma della morte a cercare l’eternità qui, ora e oggi. «Mi è dunque naturale riflettere, – scrive Enzo Bianchi riferendosi soprattutto della sua esperienza – parlare con altri e scrivere su questa età che ormai vivo da tempo, anche se è sempre difficile calcolare gli anni. Età della vecchiaia? Sì, l’età in cui ci si addentra come in un paese straniero, in una terra di cui conosciamo solo poche cose. Della vecchiaia può parlare solo chi ne sa qualcosa, chi la attraversa». In questa meditazione sulla vecchiaia e sull’invecchiare, Bianchi non dimentica gli insegnamenti dei vecchi della sua terra che ringraziavano il giorno appena trascorso perché è comunque una grazia essere ancora vivi. La vecchiaia con tutte le sue grandi ombre non va separata dalla vita. Dell’esistenza forse è il tempo più pieno e maturo in cui lasciare la presa significa anche esercitarsi all’incompiuto.
Enzo Bianchi è il fondatore della Comunità monastica di Bose, di cui è stato priore fino al gennaio 2017. È una delle voci più ascoltate dell’esperienza religiosa nell’epoca contemporanea. Esperto di mistica e di spiritualità, è autore di commenti a libri della Bibbia (Genesi, Cantico dei Cantici, Apocalisse). Tra le sue pubblicazioni: L’amore scandaloso di Dio (Cinisello Balsamo 2016); Gesù e le donne (Torino 2016); Ero straniero e mi avete ospitato (Roma 2006, 2017); Il pane di ieri (Torino 2008, 2017).