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Domenica 13 gennaio si commemora il 74° anniversario dell’eccidio di Gatta

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L’unione dei Comuni dell’Appennino, il Comune di Castelnovo Monti e il Comune di Villa Minozzo, insieme alle associazioni Partigiane e dei Deportati Anpi, Alpi Apc, Istoreco, hanno organizzato a Gatta domenica, 13 gennaio, le commemorazioni per il 74° anniversario dell’eccidio dei Partigiani del Distaccamento Pigoni, 26^ Brigata Garibaldi.
Il programma della giornata si aprirà con la messa nella chiesa parrocchiale di Gatta alle 9.30, a suffragio dei caduti. Alle 10 seguirà il saluto del Sindaco di Castelnovo Monti, Enrico Bini, poi la commemorazione ufficiale a cura di Mirco Carrattieri, public historian di Istoreco. Alle 10.30 si formerà il corteo per Villa Marta con deposizione floreale al Monumento di Gatta e al Cippo di San Bartolomeo. La manifestazione sarà accompagnata dalla Banda di Felina, e sarà presente una delegazione del Villaggio Stranieri di Reggio Emilia, che porta il nome di Sergio Stranieri, tra i caduti del gennaio 1945.
All’inizio di gennaio del 1945 era stato istituito dai partigiani un servizio di vigilanza al ponte della Gatta, situato in una stalla ed affidato ad una squadra del Distaccamento “Pigoni” della 26^ Brigata Garibaldi. L’8 gennaio i tedeschi arrivarono all’alba tra le case di Gatta, mimetizzati con lenzuola per non farsi riconoscere. Bruno Manlio “Costantino”, sabotatore paracadutato da un aereo alleato, e la staffetta del Comando Unico Ruggero Silvestri “Jena” (18 anni) di Lucca furono catturati in una casa di Gatta, torturati e uccisi. I nazifascisti procedettero lungo il Secchia per risalire sulla sponda opposta, a monte di Villa Marta e di San Bartolomeo, per cogliere alle spalle i partigiani.
Fucilarono Sergio Stranieri “Randa” (21 anni) di Villa Ospizio, operaio alle Reggiane, partigiano da soli 9 giorni, e Vasco Madini “Fulmine” (18 anni) di Carpineti, il quale prima di cadere riuscì a sparare un colpo di fucile per cercare di avvertire gli altri dell’incursione. Altri partigiani furono catturati, torturati e uccisi tra San Bartolomeo e Gatta, i corpi buttati tra le mura di Villa Marta: tra loro Aldo Bagni “Nerone” (21 anni) di San Maurizio e Angelo Masini “Tonino” (21 anni) di Mancasale, entrambi operai alle Reggiane; Arturo Roteglia “Ellas” di Reggio (25 anni), Aristide Sberveglieri “Tallin” di San Martino in Rio (22 anni) e Armando Ganapini “Lazzarino” di Felina (17 anni). Carlo Pignedoli “Mitra” (23 anni) di Carpineti e Gino Ganapini “Leone” (19 anni) di Felina furono catturati e fucilati a Ciano il 26 gennaio 1945.