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Si presentano a Bologna le lettere di Pico della Mirandola

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Sarà presentato a Bologna giovedì 6 dicembre, alle ore 16.30 (sala Stabat Mater dell’Archiginnasio) la nuova edizione critica delle lettere di Giovanni Pico, curata dal professor Francesco Borghesi dell’Università di Sydney. Con l’autore dialogherà il professor Gian Mario Anselmi, per molti anni direttore del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna. «È nostra intenzione – spiega Renata Bertoli, presidente del Centro “Giovanni Pico” – presentare prossimamente le Lettere di Pico anche a Mirandola e di valorizzarne l’importanza proponendole in altre prestigiose sedi culturali. Ringrazio la Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola, che con la consueta disponibilità e lungimiranza ha sostenuto la pubblicazione».

A più di cinquecento anni dalla parziale raccolta, che fu approntata dal nipote Gian Francesco Pico e pubblicata nel 1496 dallo stampatore Benedetto Faelli, il Centro internazionale di Cultura “Giovanni Pico” arricchisce la propria collana “Studi Pichiani” (casa editrice Olschki) con la pubblicazione di questa nuova edizione critica delle lettere. «L’edizione – prosegue Renata bertoli – ci ha restituito un testo filologicamente corretto delle missive del nostro filosofo, facendo luce sui suoi rapporti con le personalità più eminenti dell’epoca. Cito, tra i tanti corrispondenti, Angelo Poliziano, Marsilio Ficino, Lorenzo de’ Medici, Ermolao Barbaro, Federico I Gonzaga. Il testo propone, inoltre, un’accurata localizzazione e una recensione dei manoscritti e delle edizioni a stampa del Quattrocento e del Cinquecento. Il volume parte dall’editio princeps del nipote Gian Francesco, ma viene integrato dalla ricerca di Maria Agata Pincelli sul più importante manoscritto delle lettere pichiane, il Capponi 235, conservato nelle Biblioteche Vaticane. L’edizione delle lettere mette quindi a disposizione della comunità scientifica una serie di documenti di primaria importanza per la ricostruzione della biografia intellettuale di una personalità tanto discussa, quale fu Giovanni Pico, e, più in generale, ci fornisce degli strumenti per approfondire la storia filosofica e religiosa dell’Umanesimo. Siamo ora in grado di contestualizzare meglio i dibattiti di Pico con Ermolao Barbaro e Marsilio Ficino, l’esperienza drammatica della parziale condanna delle 900 Tesi e l’avvicinamento alla spiritualità di Savonarola.